Questa mattina, qualche solito professionista dell’indignazione ha scritto, come gli accade spesso, cose false. Ciò succede quando l’intento di indignare prevale sull’obbligo di informare correttamente.
Ieri, alle 12:45, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dopo un’attenta valutazione d’intesa con il Capo della Polizia Franco Gabrielli, ha ottemperato all’impegno doveroso, nei confronti del Parlamento, di illustrare una particolare situazione che interessava l’Italia e riguardava, nello specifico, un’attività accertativa su un fatto avvenuto, tra l’altro, diverso tempo fa.
Si trattava di comunicare una notizia che non aveva compromissioni di carattere giudiziario investigativo e ovviamente autentica – al tempo stesso generica perché sprovvista di nomi e luoghi precisi – a un consesso che aveva il diritto a essere informato direttamente dal Ministro e che, se così non fosse stato, l’avrebbe scorrettamente appresa dalle agenzie di stampa, con mille dettagli, così come è avvenuto nelle ore successive, privando di consistenza e significato il senso della riunione convocata la mattina di ieri a Palazzo Chigi. Del consesso, infatti, facevano parte i capigruppo di maggioranza e di opposizione, riuniti dopo i drammatici fatti di Nizza, in uno spirito di coesione nazionale. Questo per quanto concerne la comunicazione resa ai Capigruppo.
Relativamente alla circolazione delle informazioni con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – nella fattispecie fortemente voluta e supportata dal Ministro stesso – è altrettanto giusto specificare che, dell’attività di accertamento, l’Autorità Giudiziaria competente di Bari era stata puntualmente informata e, se un vulnus proprio si deve individuare, questo va ravvisato nella evidentemente non efficace comunicazione interna tra l’Autorità Giudiziaria competente e il proprio referente nazionale, cioè il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
La veicolazione di informazioni di tal genere, infatti, come dovrebbe essere noto a tutti, specialmente ai giornalisti che si occupano di queste delicate materie, non avvengono, di regola, tra i vertici, bensì attraverso i canali tecnici di quotidiano collegamento e informazione all’interno degli stessi organismi.