(SINISTRA P.D. ANCORA PER IL NI)
La Costituzione e le eventuali sue modifiche, il voto referendario su di esse non sono, non possono, non debbono essere oggetto di scambio.
Renzi ha respinto la mano (quasi) tesa di Bersani con l’offerta di votare SI a condizione che sia cambiata la legge elettorale “pigliatutto”, l’”Italicum”, che con quell’abusivo riferimento al nome della nostra Patria è davvero un oltraggio alla Nazione Italiana.
Se la modifica della Costituzione di Boschi-Renzi, oggi sottoposta a referendum è uno schifo, come Bersani sembra dare per scontato, non è abrogando un altro schifo, quello del cosiddetto Italicum che la riforma diventa un mezzo schifo, tale che, magari facendo boccacce e turandosi il naso si possa trangugiare e digerire.
E’ vero che la legge elettorale e la riforma costituzionale sono espressioni di un medesimo intento, di una medesima cultura di adattamento posticcio di ogni struttura istituzionale agli interessi contingenti di parte e di partiti, a prescindere dalla possibilità di effettivo e positivo funzionamento.
Sono espressioni di una stessa logica (si fa per dire) quella del Partito della Nazione.
Ma restano due, non so se baggianate o mascalzonate, su piani diversi, con conseguenze diverse, con possibilità di rimedio diverse.
Non sono mai stato un bigotto della Costituzione. I bigotti, del resto, o buona parte di essi, si adattano e si sono facilmente adattati ad un’altra bigotteria. Ma la Costituzione è altra cosa dalle leggi ordinarie. E’ fatta per durare, non per far fronte ad una contingenza. Per essere la regola di tutti, non lo strumento di una parte, anche, anzi, soprattutto, se essa pretende di essere il “Partito della Nazione”. Prima e di più della legge elettorale, che non dovrebbe anch’essa essere fatta per assicurare vantaggi ad un partito.
Se la riforma costituzionale è, come certamente è, uno schifo, non si baratta con un sia pur il rilevante vantaggio da ottenere su un altro piano.
Non nego che Bersani possa aver fatto quella strana ed inconcepibile avance per liberarsi, davanti ai “compagni”, negli ambienti di partito, dalle solite accuse di mancanza di duttilità e per far capire che chi non sente ragioni è Renzi.
Ma non credo che su questo piano in una questione come il referendum costituzionale abbiano legittimità certe “disponibilità”.
La Costituzione non si baratta. E non si barattano le devastazioni della Costituzione con qualche pur significativo vantaggio, che, poi, nel caso, si rivela impossibile ottenere almeno da quella parte.
Coraggio dunque! Non a mercanteggiare facendone oggetto di uno scambio quale che sia con l’ex boy-scout, il valore assoluto, chiaro, di un NO alla rottamazione della Costituzione.
Forza! Auguri!
Mauro Mellini