Pare che ormai in Italia non sia più possibile discutere di appalti senza parlare di mazzette.
Non sembra esista più una categoria che si salvi. Politici, imprenditori, burocrati, primari ospedalieri, avvocati, e di recente persino soggetti ai vertici della magistratura, che si scoprono con le mani in pasta in un letamaio che sta coprendo tutto il Paese. Dalla nordica Milano, con gli scandali sull’Expo, passando per Roma, con “Mafia Capitale”, per arrivare a Palermo con lo scandalo della gestione dei beni confiscati alla mafia.
Siamo la nazione a più alto tasso di evasione fiscale fra i Paesi Ocse e, come più volte riportato dalla stampa a livello mondiale, uno dei Paesi a più alto indice di corruzione.
In questo contesto di malaffare, tracciare un percorso Milano-Roma-Palermo, oltre ad essere troppo semplicistico, non risponderebbe a verità.
Non c’è località italiana che non debba fare i conti con questi fenomeni e dunque – nonostante gli assordanti silenzi – da questo contesto non poteva essere avulsa la città di Foggia.
Paolo e Roberto, che potete ascoltare in questo video inedito, stanno discutendo di appalti, quando Paolo dice che deve fare fatture e ritornare soldi in contanti.
Si parla di denaro, tanto denaro, di fatture emesse e soldi restituiti in contanti. A chi? Perché?
Ascoltate cosa si dicono e traete voi le conclusioni. Esiste un “caso Foggia”, questo è acclarato, quando si solleverà il coperchio di questa pentola?
Gian J. Morici