L’arcivescovo di Aleppo, Jean-Clement Jeanbart, lancia un appello a raccogliere fondi per sostenere la comunità cristiana in Siria, accusando nel contempo l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, di non far nulla per impedire il flusso di armi che finiscono nelle mani dei jihadisti dell’ISIS.
Jeanbart va oltre, spingendosi ad affermare che l’unica soluzione che resta ad Obama, se vuole evitare che i cristiani in Siria si “estinguano”, è quella di sostenere il presidente siriano Assad contro i fondamentalisti islamici e contro le forze ribelli che da anni cercano di rovesciare il regime.
L’arcivescovo non vuole però un intervento militare di terra che, seppur contro lo Stato Islamico, finirebbe con il mettere fuori gioco l’attuale governo e chiede pertanto che Obama fornisca aiuti e agevoli il cessate il fuoco, in modo “che siano i siriani stessi ad avere la possibilità di risolvere i loro problemi in un modo che rispetti ogni comunità. Come è stato per secoli…”
In Siria sono quasi 8 milioni i cristiani che potrebbero usufruire degli aiuti umanitari internazionali, recandosi presso i campi profughi, ma, secondo Jeanbart, le persone hanno paura a farlo perché dovrebbero registrarsi e di conseguenza sarebbero etichettati come “cristiani” e diverrebbero ulteriore bersaglio da parte dei fondamentalisti islamici.
A prescindere dalle personali simpatie dell’arcivescovo di Aleppo verso l’attuale regime, il supporto al regime di Assad da parte del governo americano allo stato attuale appare impensabile visto che, se è pur vero che gli americani temono l’avanzata del fronte islamico, nel contesto politico degli Stati Uniti appare improponibile dare sostegno all’attuale governo siriano, considerato anche il fatto che buona parte dell’opinione pubblica statunitense non verserebbe una lacrima per Assad se cadesse e che sono sempre di più i cittadini americani che ritengono che il loro governo dovrebbe intervenire in favore delle fazioni ribelli non legate all’ISIS.
gjm