Continuano gli appelli dei jihadisti occidentali, appelli che si ripetono come una litania.
E’ la volta di un altro canadese, dal nome di battaglia Abu Anwar al-Canadi, che si rivolge ai propri concittadini, o ex concittadini, spiegando loro che se stanno piangendo le vittime dell’attentato al parlamento di Ottawa è perché vivono in un paese che ha deciso di entrare nella guerra globale contro lo Stato Islamico e che ad ogni attacco viene risposto secondo la legge del taglione.
In realtà si rivolge ai musulmani sostenendo che non hanno il diritto di vivere in un paese che uccide la loro stessa gente. La solita litania secondo la quale i musulmani sarebbero uccisi, imprigionati ed ai quali si impedisce di raggiungere lo Stato Islamico. Le solite minacce di punizione all’Occidente.
Dice “Ero uno di voi, un canadese tipico. Ho trascorso la mia adolescenza suonando la chitarra. Non ho precedenti penali, sono stato un bravo studente ed ho ottenuto un ottimo punteggio di laurea”. Ovviamente ha scelto il “vero dio”. Credenti e miscredenti, paradiso o punizione, così continua… Ai musulmani in Canada chiede “Come potete restare in mezzo a questi miscredenti che stanno cercando di eliminare tutti i musulmani? Come potete restare pacificamente in un paese i cui leader stanno facendo una crociata contro i vostri fratelli e sorelle? Secondo le leggi islamiche state vivendo in un territorio in guerra. Nessun musulmano può oggi vivere in Canada, America o Europa oggi”.
Ed ecco che cerca di creare la rottura dicendo “Non credete ai leader che sostengono di non combattere l’Islam o i musulmani ma soltanto i terroristi dell’IS”. Non lascia scelta perché secondo lui e chi come lui, i musulmani dovrebbero fare le valige e raggiungere i fratelli che fanno il jihad oppure “affilare i coltelli” e combattere sul posto.
Bisogna vedere quanti musulmani seguiranno questi appelli formattati e ripetitivi e quanti si stancheranno di sentirli e si renderanno conto di quanto siano pericolosi anche per loro.
Luisa Pace