Ad affermarlo la giornalista siriana freelance, Hania Mourtad, che oltre alla morte del Califfo conferma anche quella di Tarkhan Batirashvili, meglio conosciuto col nome di battaglia Abu Omar al-Shishani o semplicemente Omar al-Shishani, comandante delle Forze Armate dello Stato Islamico in Siria. Incerte comunque le sorti del Califfo, visto che l’ISIS a distanza di pochi minuti dalle dichiarazioni della giornalista ha messo in rete un nuovo audio attribuito al capo dello Stato Islamico. Nell’audio, al-Baghdadi afferma che nessun luogo è sicuro per gli apostati in Arabia Saudita e dichiara inoltre l’espansione del Califfato in Arabia Saudita, Libia, Yemen, Egitto e Algeria. A questo proposito ha esortato i musulmani a compiere più attacchi in Marocco, Tunisia, Libia, Algeria, Sinai, Arabia Saudita, chiedendo nuovi impegni di fedeltà all’IS.
La voce sembra essere realmente quella di al-Baghdadi e l’audio è stato accolto festosamente dai militanti dell’ISIS che lo hanno imediatamente riproposto sui loro profili nei vari social network accompagnandolo con la trascrizione dell’intero discorso del Califfo fatta in più lingue.
Una giornata durante la quale le notizie si sono succedute accavallandosi l’una all’altra e lasciando più dubbi che certezze.
Il video messo in onda da Balad TV, mostra un uomo somigliante ad al-Baghdadi ferito a causa del bombardamento aereo, accanto a un SUV nero.
All’inizio il presunto al-Baghdadi, vestito con un’uniforme militare, steso a terra geme di dolore accanto a uno dei suoi collaboratori che giace morto accanto a lui. L’uomo che viene indicato nel video come al-Baghdadi, porta un orologio simile a quello che il Califfo aveva in occasione del suo sermone a Mosul.
Le notizie riscontrate sono quelle di un attacco statunitense ad un convoglio che probabilmente scortava leader dell’ISIS, mentre secondo l’intelligence irachena sarebbe avvenuto anche un attacco che aveva come obiettivo una casa in località Qaim, dove si stava tenendo una riunione dei comandanti dello stato islamico.
Nel corso dell’attacco condotto contro l’abitazione, sarebbe morto (il “sarebbe” è d’obbligo viste le circostanze) Abu Muhanad al-Sweidawi, membro del consiglio militare dello stato islamico ed ex colonnello dell’intelligence della difesa aerea dell’ex presidente iracheno Saddam Hussein.
Secondo fonti locali ed affidabili, la casa colpita apparteneva a tale Mohanad al-Hardani. Alle ore 09:44, al-Baghdadi era arrivato in una scuola al-Kindi; Alle 11:00 aveva incontrato i leader locali, il gruppo di Ahrar al-Sham e altri che dovevano giurare fedeltà al Califfo. L’incontro si era protratto fino alle 12:30, ora alla quale si recarono a pranzo a casa di Mohanad al-Hardani. Lungo il tragitto e nei pressi dell’abitazione erano schierati uomini della sicurezza, cecchini e c’erano più punti di controllo.
Nel corso dell’attacco 14 leader dei gruppi terroristici erano stati uccisi e altri 9 feriti. Poichè è una regola in linea di massima osservata da tutti i leader quella che in presenza del “capo” non c’è il “vice”, è probabile che il Califfo non si trovasse nella casa al momento dell’attacco.
Anche le immagini che mostrerebbero il Califfo ferito sono poco chiare per poter affermare con certezza che fosse lui, anche se, da analisti di intelligence occidentali, era venuta fuori la notizia che al-Baghdadi avesse riportato nel corso di un attacco un trauma cranico di lieve entità. Le immagini del video che mostrano un uomo nell’atto di toccarsi più volte la nuca, potrebbero avvalorare questa tesi. Un danno dal quale il Califfo si sarebbe ripreso e che gli avrebbe permesso oggi di registrare il suo audio nel quale fa riferimenti a fatti che risalgono all11 novembre.
La giornalista inoltre lancia l’allarme in merito al fatto che l’ISIS sembra avere infiltrato tutto. Un dato, questo, che trova conferma nel fatto che in più occasioni i terroristi hanno dimostrato di sapere i nomi e il grado degli equipaggi impegnati nei raid in Siria e in Iraq, nonchè i movimenti delle forze speciali occidentali impegnate nella caccia agli uomini ai vertici dello Stato Islamico e di alcuni dei terroristi che si sono macchiati dei crimini più efferati, come nel caso di “John l’inglese” autore delle decapitazioni di giornalisti e umanitari occidentali.
Gian J. Morici