Una manifestazione, quattro manifestanti feriti, quattro agenti feriti. Il solito ritornello. Scambi di accuse, agenti che giustificano il proprio operato. Un ministro del quale si chiedono le dimissioni e che non si dimetterà mai così com’era avvenuto per ben altri fatti laddove in qualsiasi altro paese un rappresentante del governo sarebbe stato irrimediabilmente costretto a rassegnare le proprie dimissioni.
Gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono avvenuti mercoledì a Roma durante il corteo degli operai Acciai Speciali di Terni (Ast), che lottano per conservare il proprio posto di lavoro messo a rischio dai licenziamenti annunciati dal gruppo tedesco per la controllata Ast Terni.
Una battaglia sacrosanta in difesa della propria sopravvivenza, di quella delle loro famiglie, di quella dei loro figli.
Una battaglia finita con gli scontri con le forze dell’ordine e le inevitabili polemiche. Lo stesso leader della Fiom, Maurizio Landini che aveva cercato di calmare gli animi è stato anche lui colpito dai manganelli. L’accusa per i poliziotti è quella di aver effettuato una carica senza preavviso. Da lì la richiesta senza se e senza ma di “abbassare i manganelli”.
E chi potrebbe dichiararsi favorevole ai picchiatori? Chi potrebbe accettare che pacifici manifestanti vengano manganellati immotivatamente dalle forze dell’ordine? Se un poliziotto sbaglia è giusto che paghi. E chi può mettere in dubbio un principio sacrosanto che vale tanto per i poliziotti quanto per qualunque altro cittadino?
Maurizio Landini ha denunciato sbraitando l’aggressione da parte delle forze di polizia, mentre la Camusso, rivolgendosi a Matteo Renzi ha chiesto di “abbassare i manganelli”. Peccato che Landini, che pure era tra i manifestanti, non abbia speso una sola parola per dire la verità. Quella verità che fa male e che si tenta di ignorare. Gli agenti non hanno caricato i manifestanti, hanno solo fatto muro dinanzi un’aggressione subita.
Il corteo punta dritto contro le forze dell’ordine, spintoni, calci, pugni, lancio di oggetti. Perché? Per quale motivo chi manifesta in difesa del proprio posto di lavoro deve aggredire altri lavoratori la cui unica colpa, se così vogliamo chiamarla, è quella di vivere in un paese come l’Italia dove molti politici e molti sindacalisti hanno fatto le proprie fortune personali sulla pelle dei lavoratori mettendoli gli uni contro gli altri?
Perché non chiedere a onorevoli, senatori e ministri con quanto vivono mentre il popolo è alla fame? Perché non chiedere ai dirigenti dei sindacati quanto guadagnano mentre i oro iscritti faticano a trovare due soldi per pagare un affitto e comprare un pezzo di pane?
Perché Landini, che pure era il leader della manifestazione, anziché parlare di “carica senza preavviso” e urlare contro le forze di polizia, non ha detto subito la verità? Quella verità incontestabile che si vede nel video e che dimostra come i manifestanti inspiegabilmente abbiano sin da subito cercato lo scontro con la polizia.
A chi fa comodo quello che è successo? Chi ha diretto la “carica” contro la Polizia? Dopo Alfano, adesso forse è giunto il momento che siano altri a dare le spiegazioni e a chiedere scusa agli italiani che hanno preso per i fondelli con le loro false dichiarazioni e alle forze dell’ordine che nel solito gioco al massacro sembrano essere diventate il bersaglio preferito di un malessere che in ben altri soggetti dovrebbe cercare la causa. Forse in quegli stessi soggetti che da decenni trattano i propri privilegi sulla pelle dei lavoratori, quelli seri ed onesti che vedono mandata in fumo ogni loro aspettativa grazie a chi si presta ad un gioco sporco che vede vincitori soltanto coloro i quali ne tirano le fila.
Abbassate i manganelli! Lasciatevi massacrare. Portate a casa le vostre teste rotte e le divise logore, strappate e sporche di sangue. E se i vostri figli vi chiedono perché, spiegate loro che un pugno di idioti, che non hanno capito nulla nella loro vita, avevano bisogno del vostro sangue per poter dire che stavano difendendo il proprio posto di lavoro. Voi non avete diritto a difenderlo, né a difendervi… Siete i poliziotti di un paese che si chiama Italia, dove che abbiate torto o ragione poco importa…
Gian J. Morici