Ad affermarlo, riferendosi al numero di persone indagate, è il capo dell’antiterrorismo inglese, Mark Rowley, il quale ha dichiarato che la polizia ha sventato diversi attentati, precisando come nel corso dell’anno siano stati effettuati 218 arresti e molti sono ancora in corso di esecuzione.
Le indagini, condotte anche tramite il monitoraggio della rete che ha permesso di acquisire e cancellare circa 1.000 documenti di materiale di tipo “estremista islamico” tra foto, video ed altro, sono state rese possibili anche grazie alla collaborazione di “decine” di famiglie di soggetti pronti ad aderire alla jihad in Siria o in Iraq.
L’80% del materiale rimosso da internet riguardava l’Iraq e la Siria, da dove 16 delle persone arrestate avrebbero fatto ritorno nel Regno Unito dalla Siria.
Molti dei progetti terroristici erano stati pianificati spontaneamente da soggetti “impressionabili”, irretiti da gruppi estremisti che stanno utilizzando i social media in modo altamente sofisticato al fine di reclutare o convincere le persone, in particolare i giovani, verso le loro ideologie violente.
Parte degli attentati sventati rientrava invece in progetti più complessi e nella quasi totalità appaiono diretti o ispirati dal terrorismo all’estero.
“La sicurezza pubblica – ha dichiarato Mark Rowley – è la nostra priorità numero uno e questo significa intervenire molto presto per prevenire gli attacchi. Una priorità che rappresenta però un’enorme sfida nel garantire poi elementi di prova sufficienti ad assicurare la condanna di tutti gli imputati”.
Attualmente nel Regno Unito sono almeno 1.000 le persone oggetto di indagini da parte dell’antiterrorismo britannico.