La truffa dell’elettronica a deperimento programmato
di Ettore Zanca
Avete presente quando vi pervade la sensazione che vi stiano velatamente perculando? Ovvero, prendendo per i fondelli? Ecco. che qualcosa non vada, ma non potete dirlo, altrimenti passate dalla parte del torto.
Le grandi aziende produttrici di vari “mali” di largo consumo (altro che beni!), hanno proprio fatto così. con consapevolezza. Avendo al loro interno persone specializzate nel creare un fenomeno che sembra fantascienza.
Si chiama “Obsolescenza programmata”. In pratica, ci educano a tenere qualcosa di utile per un tempo determinato. Creando telefonini, lavatrici, televisori, che non dureranno. Ma anche automobili. Mettono dentro materiali più deperibili, che con l’uso vanno gradatamente e inesorabilmente usurandosi. Come le macchinette digitali per le foto. Che dopo un certo numero di click, ci salutano. Una orgia consumistica.
Il problema è vecchio e riprende il tema dell’uovo e della gallina, siamo noi che vogliamo sempre qualcosa di nuovo, o sono le multinazionali ad averci adeguato a questo trend?
Il dubbio se tutto questo sia lecito è stato tolto definitivamente in Francia. Dove è stata creata una legge che se applicata, è rivoluzionaria. In pratica, se è comprovato che un’azienda crea beni di largo consumo, con la finalità dell’effimero, è colpevole di truffa. Con una multa fino a trecentomila euro e carcere fino a due anni.
L’autrice di cotanto schiaffo alle multinazionali è una donna già abbastanza famosa. Segolene Royal. Che occupandosi attivamente di ambiente ha pensato bene di trovare una soluzione efficace.
Già perchè oltre ad essere immorale, l’obsolescenza programmata è inquinante. Perchè negli ultimi dieci anni ha decuplicato lo smaltimento di rifiuti. Non fatto correttamente. In Ghana c’è una delle più vaste discariche a cielo aperto di tecnologia, che sta uccidendo migliaia di persone che vanno a tirar su qualcosa cercando a mani nude in mezzo a sostanze che col caldo si sciolgono letalmente.
Non so. Ci hanno educati alla cultura del rimpiazzo. E purtroppo lo siamo tutti. Nessuno escluso. La nostra precarietà inizia dagli strumenti con cui interagiamo. Con data di scadenza. E siamo talmente condizionati che anche noi ci stanchiamo presto. Ci hanno formato così.
Io credo che ci sia molto di colpa in chi ci elargisce i gadget. Colpa per inquinamento, quello vero del mondo, e quello morale, delle nostre menti sbarazzine.