“Non portiamo scalpi da nessuna parte, no ad impostazioni ideologiche”.
“Le tutele aumenteranno mano a mano che aumenterà l’anzianità di servizio. E questo è quello che è affidato ai decreti attuativi. Non abbiamo paura delle parole, non siamo né conservatori, né innovatori sprovveduti, vogliamo dare soluzione a problemi che questo Paese si porta dietro da molto tempo, uscendo da una polemica insopportabile“. Così il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, intervenuta a Effetto Giorno, su Radio24, in merito alle polemiche sull’articolo 18.
“Noi parliamo di un testo semplificato, di una riscrittura, di mansioni, di controllo a distanza e, appunto, di contratto a tutele crescenti, che non è la negazione dei diritti”. Dopo quanto tempo scatta la tutela piena? “Sarà la saggezza di chi dovrà lavorare sui decreti delegati a definire in un impianto quanto più unitario e condiviso possibile quali saranno i tempi per le tutele crescenti. In questo momento vedo numeri che non sono scritti da nessuna parte: né sei mesi, né due anni, né altro. Spero che domattina alle 8 e mezza affronteremo il voto di merito su questo emendamento“.
“Camusso parla di scalpi da portare ai falchi dell’Europa” precisa Simone Spetia di Radio 24 al sottosegretario Bellanova.
“Noi non dobbiamo portare scalpi da nessuna parte. C’è una rivendicazione che ho molto apprezzato del presidente del Consiglio, di agire in autonomia, senza ignorare il dibattito interno a noi, ma senza farci condizionare da impostazioni ideologiche. Noi dobbiamo fare i conti con la realtà. Io ho la delega alle relazioni industriali: troppi licenziamenti in questo Paese non per volontà delle imprese, ma per una situazione economica devastante. Con la riforma dobbiamo affrontare il tema di come far entrare le persone nel mercato del lavoro, non di come farle uscire“.