sento la necessità di richiamare la tua attenzione su aspetti che per il ruolo che ti è affidato ti competono e ai quali non puoi sottrarti.
Comprendo bene che se il tuo operato dovesse dipendere dal peso politico consequenziale ai risultati delle ultime elezioni, non dovrei neppure perder tempo a scriverti queste poche righe. Sorvoliamo su questo dato, così come è meglio stendere un velo – se aggettivato o meno decidilo tu – sulle perle di saggezza che ci hai regalato nel corso delle attività da te svolte a capo dei dicasteri che hai diretto. Inutile ricordarti l’incostituzionalità di tue proposte di legge (v. Lodo Alfano), né tantomeno le assai discutibili vicende delle quali ti sei reso protagonista, da Alma Shalabayeva, a Genny ‘a Carogna, per arrivare al più recente caso di Massimo Giuseppe Bossetti.
Così come inutile è ricordarti le condizioni nelle quali versa la città che ti ha dato i natali. Quella Agrigento che ti ha permesso d’iniziare la tua avventura politica e che continua ad essere tra le ultime città d’Italia, con l’aggravante di somigliare sempre di più, giorno dopo giorno, alla Beirut distrutta da 15 anni di guerra civile libanese. Lì furono i colpi di artiglieria e le esplosioni, da noi l’incuria e la malapolitica. Ma il risultato non cambia e la differenza tra chi muore colpito da una granata che lascia un cratere laddove cade e i giovani morti a causa dei tanti crateri nelle strade agrigentine, per chi muore è inesistente.
Sorvoliamo dunque su tutto, compreso sulle tue acrobazie politiche e su quel parricidio politico di cui tanti ti accusano. Del resto, un simile padre politico non poteva che fare la fine che ha fatto. Sorvoliamo su tutto, tranne che su una cosa. Ti piaccia o meno, qualunque sia oggi il tuo peso politico, sei un ministro di questa Repubblica. E non mi dire che è una “repubblica delle banane”, che tanto lo so già… sei un ministro, anzi, sei il Ministro dell’Interno!
Non è la prima volta che dalle pagine di questo giornale cerco di attirare la tua attenzione in merito ai tanti problemi legati ai flussi migratori che interessano il nostro Paese, la nostra regione, la nostra provincia, la nostra città. Già in passato avevo scritto di come fosse encomiabile l’approccio umanitario che abbiamo nei confronti dei tanti migranti che arrivano sulle nostre coste fuggendo da guerre e miseria. Così come in passato avevo pubblicato in merito ai rischi sanitari (Ebola, Mers, TBC, Scabbia e Poliomelite) che rappresentava un flusso migratorio gestito con molta improvvisazione da parte di quanti preposti (e non mi riferisco ai medici, agli operatori delle forze dell’ordine o ai volontari di associazioni ecc, bensì agli occupanti – lautamente pagati – di poltrone) alla gestione di tante migliaia di migranti.
Un rischio sanitario al quale si aggiungevano gli aspetti di sicurezza nazionale e di ordine pubblico, quali l’ingresso di possibili terroristi islamici. Di tutto questo ti scrivevo da tempo. Da molto prima che in altre nazioni europee avvenissero fatti tanto eclatanti da costringere i governi ad effettuare maggiori controlli sulle persone che entrano nel paese venendo da nazioni interessate dalla presenza di gruppi terroristici.
Ma su questo aspetto mi riservo di tornare a breve, quando pubblicherò la storia di un esposto che avevo presentato anni prima che tu fossi ministro. Oggi voglio solo soffermarmi sui rischi sanitari taciuti con la scusa di non generare inutili allarmismi, ma che alla luce degli ultimi eventi confermano il mio sospetto di allora, secondo il quale l’unica ragione per tacerli era quella di voler nascondere l’assoluta inefficienza in materia di prevenzione da parte di uno Stato che rappresentava per i suoi cittadini, e per tutto il resto del continente europeo soltanto una notevole fonte di preoccupazione.
Lasciamo perdere al momento la Mers e l’Ebola che ancora, e per fortuna, sembra non abbiano fatto registrare casi in Europa (a proposito, sai che l’Ebola pare stia dilagando nei paesi d’origine e l’epidemia sarebbe fuori controllo?), limitandoci alla più banale tubercolosi (Tbc) che tutti (organi di stampa a te amici, ma anche avversari che per timore di allarmismi hanno seguito a ruota gli organi di disinformazione) hanno voluto negare, fino a quando qualche giorno addietro si è saputo che un certo numero di militari impegnati nella missione “Mare nostrum” sono risultati positivi al test della Tbc.
Inutile sottolineare come avessimo cercato invano di attirare la tua attenzione e quella dei tuoi colleghi alla Difesa e alla Sanità, affinchè in via del tutto eccezionale, visto che l’agire in emergenza in Italia sembra sia diventata la norma, si attivassero tutte le procedure per ridurre il rischio di epidemie.
Alla Tbc sembra si sia aggiunto il caso di meningite batterica che ha riguardato un ragazzo proveniente dal Mali sbarcato da noi l’11 giugno e che, dopo un breve soggiorno presso l’ex Hotel Villa Sikania di Siculiana dove alloggiano altre centinaia di migranti, è stato ricoverato presso il nostro ospedale che, peraltro, non è nemmeno attrezzato per affrontare casi di questo genere. Senza voler polemizzare in merito all’allontanamento volontario delle migliaia di migranti che a distanza di poche ore dal loro arrivo lasciano i centri destinati alla loro accoglienza, vorrei ancora una volta sottolineare come l’inefficienza del Governo, del quale tu fai parte, stia mettendo a rischio noi cittadini e, ancor di più, i tanti che operano nel mondo del soccorso e dell’accoglienza ai migranti.
So bene che tra i tuoi ex alleati politici c’era anche chi si dilettava ad inventar giochini interattivi che prevedevano l’affondamento in mare dei barconi, così come c’era chi in maniera del tutto insensata riteneva di risolvere la questione promulgando una legge che, nel dichiarare “delinquenti” questi poveri cristi che approdano sulle nostre coste, riusciva soltanto ad intasare i nostri tribunali, ma non era quella la soluzione. Così come non lo è quella odierna che lascia pensare ad un paese allo sbando, incapace di attivare una qualsiasi forma di controllo e di prevenzione.
Non ti chiedo d’imporre all’Europa di aiutarci nella gestione delle migliaia di migranti, so già che dall’alto del peso politico del partito che rappresenti (poco più del 4% in Italia, a livello europeo non ho ancora fatto il calcolo), hai dato un ultimatum: “L’Europa ci aiuti, o stop a Mare Nostrum”. Quello che avevi da fare dunque lo hai fatto.
Quello che forse a te sfugge, sono le rivendicazioni dei poliziotti che operano nel territorio agrigentino e che vivono uno stato di profondo sconforto, abbandonati da quello Stato che dovrebbe aiutarli e che loro, nonostante tutto, continuano a difendere.
Nessuno ti chiede di aiutare gli uomini che dipendono dal dicastero del quale sei al comando, nella caccia ai mafiosi o ai grandi latitanti, neppure in quella ai piccoli criminali, né agli scippatori (a proposito, la Maria Alfano che fu scippata e i cui autori del reato vennero arrestati, è tua parente, vero?), tanto più che servirebbe quantomeno una bicicletta per inseguirli. E parlar con te di biciclette e ladri, è come parlar di corda a casa dell’impiccato. No, non ti si chiede tanto, anche per evitare che aumenti la mole di lavoro di tanti onesti operatori di polizia che dovrebbero magari lasciar perdere qualche altra attività per acciuffare un “incallito criminale” consegnandoti risultato e, soprattutto, bicicletta.
No, caro Ministro, ti chiedo soltanto di leggere il volantino che i poliziotti di Agrigento, appartenenti a più sindacati, hanno distribuito ieri ai passanti chiedendo l’adozione delle “precauzioni standard di prevenzione a cui il dipendente si deve attenere nell’espletare il servizio a rischio biologico (diramate nell’ultima circolare dell’ufficio Sanitario Provinciale), parlano dell’utilizzo di “Dpi”, ovvero dei Dispositivi di protezione individuale quali guanti, sovracamici, mascherine chirurgiche, schermi facciali, maschere filtranti, che vanno differentemente indossati in base al tipo di esposizione e al rischio previsto. Giova precisare che di tali dispositivi viene fornita agli operatori una minima parte e per lo più con il contagocce e, addirittura, con standard non conformi alle prescrizioni del D. Lgs. 81/2008. Un esempio: le mascherine di tipo chirurgico, che vengono assegnate attualmente agli operatori, non rientrano tra i dispositivi “Dpi” (come da Circolare del Ministero della Sanità) e quindi, non proteggono l’agente operante dai rischi derivanti dal tipo di servizio in questione”.
Certo, a leggere il loro volantino c’è da mettersi le mani ai capelli – e di quelli ne abbiamo pochi, sia tu che io -, figurati che denunciano come i “ tagli si sono fortemente riverberati non solo sul fronte dell’immigrazione ma anche sui Comuni di Palma di Montechiaro, Porto Empedocle e Licata, dove la carenza di organico e di mezzi provoca, in alcuni casi, la totale assenza della volante sul territorio. Sulla questione occorre, altresì, sottolineare che i dirigenti dei Commissariati di Polizia e il questore degli uffici anzidetti, costantemente impegnati nell’assicurare il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, si trovano in evidenti difficoltà e non possono in alcun modo sopperire a tali carenze originate esclusivamente da scelte politiche nazionali. Bisogna, altresì, sottolineare che nel territorio agrigentino gli operatori di P.S. devono fronteggiare, accanto al significativo deficit di personale, ulteriori disagi, primo tra tutti quello inerente alla grave carenza igienico-sanitaria in cui vertono i relativi uffici, alla mancanza di fondi per pulire gli automezzi nonché di condizionatori d’aria, alla chiusura degli uffici di Polizia della PolMare di Porto Empedocle, di quelli della Polizia Ferroviaria di Canicattì ed infine della Polizia Postale. Ulteriormente, è d’uopo segnalare la vetustà dei materiali in loro dotazione (es. gli U-bot “caschi per l’ordine pubblico scaduti”) nonché la carenza del parco auto, che pongono quotidianamente a rischio la sicurezza degli operatori”.
Lasciamo perdere la pulizia dei condizionatori d’aria che sarebbe un lusso che non possiamo permetterci, così come la sostituzione dei “caschi per l’ordine pubblico scaduti” (manco si trattasse di un vasetto di marmellata) che tanto se ti becchi una sprangata in testa forse si sarebbe rotto lo stesso, ma qualche automobilina in più, qualche litro di benzina, guanti e mascherine, sarebbe così difficile ottenerle? Sai, questi nostri amici, spero anche tu li consideri tali, rischiano già la vita indagando o arrestando un mafioso, la rischiano ogni qualvolta incontrano sulla loro strada un criminale o una delle tante buche che, grazie alla malapolitica, causa incidenti stradali e ogni tanto manda al Padreterno qualcuno, a prescindere che questi indossi la divisa o sia un civile. Non facciamogli rischiare la pelle anche per uno starnuto in pieno viso.
Grazie Signor Ministro
Gian J. Morici