Seppure i partiti europeisti continueranno a mantenere la maggioranza, il voto di ieri conferma un clima di sfiducia nei confronti delle politiche europee del quale bisognerà tenere conto.
I partiti euroscettici hanno visto raddoppiare il numero dei propri consensi e conquistano Francia ed Inghilterra, mentre la percentuale degli astensionisti conferma quel clima di sfiducia nei confronti dei singoli governi nazionali che ne subiranno le conseguenze politiche.
Unici Paesi in controtendenza la Germania e l’Italia, che sono riusciti a mantenere unito il fronte dei partiti europeisti nonostante l’austerity che è stata la prima causa del clima di sfiducia che si è creato a livello europeo.
In Italia, si è assistito al trionfo del PD di Matteo Renzi che con il 41% circa dei consensi stravince in tutta la penisola e diventa il primo partito dell’area socialdemocratica europea, relegando in un angolino Forza Italia e Movimento Cinque Stelle i cui consensi, se sommati, non raggiungerebbero quelli del solo Partito Democratico.
Un dato significativo considerato che in molti erano convinti che il M5s avrebbe visto aumentare i propri consensi rispetto quelli del 2013 finendo invece con il perdere quasi 5 punti percentuale. Un segno chiaro di come la politica urlata fatta di minacce e insulti alla lunga non paga.
Il crollo di Forza Italia era un dato abbastanza prevedibile. Se Berlusconi aveva già perso prima buona parte della propria credibilità, i più recenti fatti giudiziari hanno aggravato una situazione politica che – dopo un ventennio durante il quale abbiamo suscitato ilarità, ma anche preoccupazioni, da parte degli altri Paesi – ha dovuto fare i conti con le tante promesse non mantenute e con un leader di partito messo ormai definitivamente fuori gioco.
Una delusione per molti anche il Ncd di Alfano che insieme all’Udc riuscirebbe appena a superare la soglia di sbarramento (4%) staccando di pochissimo la lista Tsipras. Alfano dovrà adesso fare i conti con quanti avevano creduto in un rilancio di un centro destra moderato. La sua fuoriuscita da Forza Italia, non sarà certo motivo di rimpianto da parte dei fedelissimi di Berlusconi che vedono così messa a nudo la portata del consenso elettorale del ministro siciliano.
Unico partito che dovrebbe con certezza superare la soglia di sbarramento e che vedrebbe accresciuto il proprio consenso elettorale rispetto le politiche dello scorso anno, la Lega Nord.
Fratelli d’Italia, pur avendo raddoppiato i consensi rispetto le scorse elezioni, non raggiunge la quota di sbarramento. Per gli altri partiti non c’è storia.
L’Italia di Renzi esce dalle urne un Paese europeista e il leader del PD esulta. Esulta di un risultato non certo attribuibile ai propri meriti o a quelli del partito, quanto al timore degli italiani verso un M5s capitanato da un uomo che non ha saputo offrire al proprio elettorato e agli scontenti (dai quali avrebbe potuto raccogliere le preferenze) un progetto serio che non fosse quello di campagne elettorali urlate, di inutili minacce e insulti a tutto spiano contro tutto e contro tutti.
Povera Italia…