L’espressione “Terra dei Fuochi”, utilizzata per la prima volta nel 2003 nel Rapporto Ecomafie curato da Legambiente, rappresenta un territorio di 1.076 km², nel quale sono situati 57 comuni della provincia di Napoli e Caserta.
Attualmente i comuni mappati dalle direttive ministeriali 23 dicembre 2013 e 16 aprile 2014 risultano poco meno di 90.
La Terra dei Fuochi è così chiamata per la presenza di rifiuti illegalmente riversati nelle campagne o ai margini delle strade, che, incendiati, danno luogo a roghi, i cui fumi possono diffondere sostanze tossiche, come le diossine, nell’atmosfera e nelle terre circostanti .
Le diossine sono inquinanti organici particolarmente stabili e riconosciuti come tossici sia per l’ambiente che per l’uomo. Immesse nell’ambiente da numerose sorgenti, possono contaminare il suolo e le acque e, in virtù della loro persistenza ed elevata affinità per i lipidi, possono dare luogo ad accumulo lungo la catena alimentare, in concentrazioni superiori a quelle riscontrate nell’ambiente circostante.
Tale situazione rappresenta, infatti, un notevole problema di salute pubblica e necessita di studi ambientali e biologici anche complessi.