Michele Boldrin, leader di FARE per Fermare il declino e di “Scelta Europea”, la lista che sostiene la candidatura del leader dell’Alde Guy Verhofstadt alla presidenza della Commissione Europea, è stato oggi intervistato negli studi Rai di Venezia. “Siamo gli unici coerentemente pro euro ed Europa – ha detto Boldrin nel corso dell’intervista – perché l’euro è come la salute. Contro lo sfascismo peronista della destra berlusconiana ed il ‘continuismo’ socialista del PD – che vuole mantenere sempre i medesimi equilibri – per l’Unione europea noi vogliamo e ci batteremo per una vera unione bancaria oltre che monetaria, la quale passa dall’eliminazione dei campioni nazionali nel settore bancario e la creazione di vero banche europee indipendenti dalla politica e rigidamente regolate da agenzia europea.
“La politica economica di Renzi – ha precisato Boldrin – continua ad essere una grande delusione: alle altisonanti promesse non seguono fatti, ma fumo negli occhi. La revisione della spesa è stata messa, per la terza volta, nel cassetto, mentre è solo da li che si può ripartire. Niente riforma fiscale e riduzione imposte, ma mancia elettorale di stampo lauriano, come nella Napoli degli anni ’50! Invece di far ripartire l’economia il primo ministro fa campagna elettorale con provvedimenti demagogici. In periodi normali questo sarebbe già grave; di fronte alla drammatica situazione del paese è inaccettabile. Abbiamo bisogno di una classe dirigente preparata e coerente, non di un altro imbonitore”.
“La tassazione addizionale sulle banche – ha puntualizzato il coordinatore di “Fare per fermare il declino”, che è anche apprezzato professore di economia presso la Washington University di St. Louis – fa parte della sceneggiata. Si tratta di una partita di giro: con l’aumento ingiustificato delle quote banca d’Italia questo governo ha appena regalato circa 7 miliardi alle banche medesime ed ora se ne riprende una piccola percentuale perché aveva sbagliato i conti! La sceneggiata serve per far dimenticare ai cittadini che le banche italiane sono controllate dai partiti attraverso le fondazioni e che quei 7 miliardi sono quindi un regalo dei partiti a se stessi! Occorre imporre che i partiti escano dalle banche e che queste vengano ricapitalizzate. Come la recente orgia di nomine dimostra – ha concluso Boldrin – le grandi imprese italiane sono controllate dai partiti che si spartiscono centinaia di poltrone super pagate assegnandole ai boiardi di turno. Che costoro si autoproclamino liberali o che ci sia qualche faccia nuova non cambia la sostanza: sono nominati dai partiti al fine di gestire per conto degli stessi, aziende che dovrebbero essere controllate e gestite da investitori privati e veri imprenditori.”