Durante i primi colloqui internazionali sulla crisi in Ucraina tenutisi oggi a Ginevra tra russi, ucraini, americani ed europei, i cui esiti saranno resi noti questo pomeriggio, il presidente russo Vladimir Putin, continua a minacciare una possibile invasione dell’Ucraina: “Voglio ricordare al Consiglio che la Federazione russa (camera alta) ha concesso al presidente il diritto di usare la forza armata in Ucraina.Spero vivamente che non dovrò ricorrere a tale diritto.” Nel corso dell’incontro, al quale erano presenti i Ministri degli Affari Esteri dell’Ucraina e della Russia, il Segretario di Stato degli Stati e il capo della diplomazia europea, il presidente russo Vladimir Putin ha inoltre riconosciuto che truppe russe sono intervenute in Crimea prima che nella penisola si tenesse il referendum che ha portato all’annessione della stessa alla Federazione russa: “Dovevamo garantire che il referendum si svolgesse in buone condizioni – ha affermato Putin – Quindi sì, le nostre truppe hanno assistito i gruppi di vigilantes in Crimea.”
Inutile sottolineare come l’occupazione militare di un’altra nazione, in qualsiasi altra circostanza che non fosse quella dell’Ucraina, sarebbe stata vista dalla stampa di tutto il mondo come un’azione di guerra non dichiarata.
Mi chiedo cosa ne penserebbero taluni giornalisti che in questi giorni hanno massacrato il cervello dei loro lettori negando a spada tratta l’ingerenza russa nella vicenda ucraina, se, per assicurare il corretto svolgimento delle elezioni, nazioni straniere invadessero militarmente la Russia.
Giornalisti filo-moscoviti che ancora si ostinano a tacere su un’operazione della quale in assoluta solitudine scriviamo da tempo (Operazione Becha), avviata dal Cremlino ben prima dei fatti di piazza Maidan, allo scopo di smembrare l’Ucraina.
Giornalisti, che d’ora innanzi, dopo le dichiarazioni di Putin, farebbero bene a tacere, appellandosi, in virtù del loro cognome, al segreto confessionale, evitando così di dover narrare dei fatti inconfessabili ai quali comunque ha fatto riferimento il presidente russo.
E, vergognosamente, continuano a chiamarla informazione…
Gian J. Morici