E’ stato sentito oggi a Washington l’ex vice direttore della CIA, Mike Morell, in merito all’attentato che l’11 settembre 2012 causò a Bengasi (Libia) la morte dell’Ambasciatore americano Chris Stevens e di altri tre cittadini statunitensi.
Una vicenda ricca di ombre – della quale avevamo già scritto – e che nessuno ad oggi è stato capace di spiegare. Tra accuse che vorrebbero l’intelligence americana informata del rischio di possibili attentati al Consolato di Bengasi e all’Ambasciata al Cairo almeno 48h prima dell’evento e smentite da parte portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, il quale dichiarò che era ‘assolutamente falso, non siamo a conoscenza di alcuna segnalazione da parte dell’intelligence che indicasse come imminente o già pianificato un attacco a Bengasi’, il balletto è andato avanti per lungo tempo.
Insolute le domande: Cosa accadde quella notte a Bengasi? Perché l’ambasciatore si trovava lì e non all’ambasciata di Tripoli come sarebbe stato più logico pensare? Cos’era andato a fare in Germania, Austria e Svezia prima di tornare in Libia? È vero che il nome di Christopher Stevens sarebbe in qualche modo legato al film anti-Islam di Nakoula Basseley, così come fonti ben informate sostengono? E ancora, che fine hanno fatto i documenti che si trovavano a Bengasi quando venne ucciso l’ambasciatore?
Oggi Mike Morell ha insistito nel mantenere le versioni fornite a suo tempo offrendo una lunga difesa delle sue azioni e del lavoro svolto dall’agenzia di spionaggio, limitandosi a cancellare ogni riferimento ad al-Qaida in merito all’attentato, smentendo le accuse di media e i parlamentari americani che vorrebbero l’ex direttore della CIA aver agito (o , sarebbe meglio dire, non aver agito…) a beneficio politico di Obama, in un momento elettorale particolarmente caldo.
Secondo Morell, nonostante abbia ammesso che l’agenzia avrebbe potuto assolvere meglio ai propri compiti, sarebbe totalmente falso che la CIA avrebbe provveduto a bruciare i documenti ed insabbiare ogni informazione ricevuta sull’imminente pericolo, nella fase i valutazione dell’attentato.
Durissimo l’intervento del presidente della commissione, il repubblicano Mike Rogers, che ha precisato come “la Casa Bianca vuole ignorare la realtà e perpetuare la falsità che al-Qaeda e altri estremisti islamici sono sull’orlo della sconfitta”.
Un anno e mezzo dopo l’aggressione, diversi comitati del Congresso, dopo una serie di indagini ed analisi, sono giunti alla conclusione che, a prescindere da motivazioni legate a ragioni più o meno subdole, l’attentato alla missione diplomatica avrebbe evidenziato gravissime carenze da parte dei servizi di sicurezza.
gjm