Roma – “L’Italia deve dire basta alle trivellazioni: non è una questione di miglia, ma una questione di scelte. Scelte che non vanno proprio fatte sia che si parli di 12 miglia dalla costa, sia che si parli delle 5 miglia proposte dal governo Monti”. Così il senatore di Forza Italia, Giuseppe Ruvolo, in merito alle mozioni sulle attività di ricerca idrocarburi nel Mare Adriatico, in discussione al Senato. “Parlare di trivellazioni – ha spiegato – vuol dire parlare di disastri ambientali: l’ultimo in ordine di tempo la marea nera che nel 2010 sconvolse l’ecosistema del Golfo del Messico. Un danno inestimabile che noi tutti dovremmo sempre tenere a mente e ricordarlo come monito di qualcosa che non dovrà accadere mai più. Soprattutto noi, qui, in Italia, dovremmo e dobbiamo, come obbligo morale, tutelare il nostro mare Mediterraneo, così bello, ma allo stesso tempo così fragile, dove il ricambio è lentissimo per la sua natura di mare semichiuso. Un mare che per noi è fonte di enorme ricchezza. In primis nella mia Sicilia dove è centro sia della pesca, sia del turismo.
Agli organi di informazione
Enel: Ruvolo (FI), dopo condanna Scaroni faccia passo indietro
Roma – “Dopo la condanna di primo grado a tre anni per disastro ambientale doloso e omesse cautele nel processo a Rovigo sulla gestione della centrale Enel di Porto Tolle per gli ex vertici di Enel Franco Tatò e Paolo Scaroni mi auguro che l’Ad di Eni non venga riconfermato a tale e fondamentale ruolo e che per i due manager terminino gli incarichi nelle aziende pubbliche, visti anche gli ingenti emolumenti che riscuotono e che, dopo questa incresciosa situazione, dovrebbero, mettendosi una mano sulla coscienza, anche restituire”. Così il senatore di Forza Italia, Giuseppe Ruvolo, in una nota. “La giustizia farà il suo corso con il secondo e l’eventuale terzo grado di giudizio – aggiunge – ma vista la gravità delle accuse spero che Scaroni e Tatò decidano per primi di fare un passo indietro. L’accusa parla di un nesso tra l’attività della centrale Enel di Porto Tolle e i danni provocati all’ambiente e, soprattutto, alla popolazione con un aumento delle patologie respiratorie tra i bambini. I due manager sostengono che la centrale ha sempre rispettato gli standard in vigore e vedremo cosa si deciderà nella Aule giudiziarie. Resta il fatto che ci troviamo di fronte a un ennesimo scandalo ambientale nel nostro paese e che bisogna iniziare a cambiare passo, ce lo impone il territorio, ce lo impongono, giustamente, i cittadini. E allora un primo passo potrebbe essere proprio quello di cambiare i dirigenti”.