Avete mai riflettuto sulla parola consorteria? Se scomponete la parola, consorteria, vi renderete conto che indica alcuni soggetti legati dalla medesima sorte. Pensate, questa volta il destino accomuna alcuni soggetti, e ne determina le loro vite. Quando si parla di consorterie si pensa inevitabilmente alla massoneria, alle mafie, alle cosche attuali, all’associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma guardando nella storia ci siamo accorti che il destino aveva creato delle consorterie ben più antiche delle attuali. Se potessimo usare la famosa macchina del tempo, ci proietteremmo nella Palermo del XII secolo, tra le ombre e le tenebre di una cavità sotterranea, esistente nel quartiere del Capo, in prossimità della chiesa di Santa Maria di Gesù.
È proprio nella chiesa di Santa Maria di Gesù si riuniva una leggendaria setta segreta di vendicatori-giustizieri, che a quel tempo erano conosciuti come i Vendicosi. La società nacque, secondo il marchese di Villabianca, come reazione allo strapotere e ai soprusi dei nobili, che amministravano direttamente anche la giustizia criminale nei loro feudi. In pratica in quel tempo non vi erano dei tribunali che governavano la giustizia per conto del re o del popolo, ma solo esclusivamente per conto di alcuni feudatari, che chiaramente gestivano la giustizia secondo il proprio tornaconto. Spesso i signori erano autori di prevaricazioni, prepotenze, e palesi ingiustizie.
Il destino degli uomini è a loro misterioso, come misteriose erano le riunioni dei Beati Paoli. Essi andavano vestiti come monaci di san Francesco di Paola, con il celebre saio con cappuccio. Stavano nelle chiese fingendo di recitare il rosario; la notte poi complottavano su ciò che avevano visto e saputo e ordinavano le vendette. I Beati Paoli decidevano sul destino di altri uomini e nelle tenebre, con il viso nascosto dai cappucci, eseguivano le loro sentenze. Si narra che i Beati Paoli rapivano nella notte i soggetti che andavano giudicati, i quali venivano portati al cospetto di una corte, formata esclusivamente dai consociati incappucciati, che emetteva verdetti inappellabili e spietati. Chi veniva condannato a morte, era senza scampo, la sentenza veniva eseguita a colpi di pugnale.
Perfino Tommaso Buscetta, storico pentito di mafia, cita i Beati Paoli in un rapporto giudiziario, affermando in una sua deposizione: «La mafia non è nata adesso, viene dal passato. Prima c’erano i Beati Paoli che lottavano coi poveri contro i ricchi. Abbiamo lo stesso giuramento, gli stessi doveri». Ai tempi dell’inchiesta sull’uccisione di Joe Petrosino, poliziotto italoamericano, ucciso proprio a Palermo nel 1909, era emerso che alcune organizzazioni legate alla malavita (la tristemente famosa “mano nera”) si era impadronita del mito dei Beati Paoli, intesi come una sorta di Robin Hood siciliani, riunendosi negli stessi luoghi in cui, secondo dicerie popolari, nel passato si riunivano i membri di tale setta. Ma a differenza dei Beati Paoli si sa che la mafia invece degli interessi dei più umili ha fatto solo ed esclusivamente quelli dei potenti e degli affiliati.
Ma torniamo ai nostri giorni. Sempre più spesso si parla della Teoria del complotto del Nuovo Ordine Mondiale. Secondo tale teoria mai dimostrata, un presunto gruppo di potere oligarchico e segreto si starebbe adoperando per prendere il controllo di ogni organizzazione statale del mondo, al fine di conquistare il dominio su tutta la Terra. In sostanza ci sarebbe un gruppo ristretto di persone che potrebbe di fatto controllare l’intero ordine del mondo usando l’economia globale, la politica internazionale e i media.
In pratica oggi, come nel 1200, così come facevano i Beati Paoli, vi è sempre un gruppo di uomini che hanno una prerogativa: gestire la sorte ed il destino del resto degli uomini. Di fatto nel tempo si sono succedute varie associazioni segrete che probabilmente hanno tentato di realizzare questo obiettivo. Forse si tratta solo di fantasia, di una ipotesi inverosimile. A questo punto della riflessione lasciateci spiccare un volo pindarico. E se in realtà questo ristretto gruppo di uomini, allora come adesso, fossero lo strumento esecutivo, di ciò che ognuno definisce a modo suo e secondo il proprio credo, destino.
Fabio Fabiano