Apprendo da “Grandangolo”, il giornale di Franco Castaldo, dei due avvisi di garanzia che vedono indagati, per la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, Giuseppe Luzzio, amministratore delegato di Nuove energie Spa (proprietà Enel) ed Aurelio Cesareo, funzionario Enel, responsabile del cantiere sito in Porto Empedocle, per i quali magistrati ipotizzano il reato di frode nelle pubbliche forniture con l’aggravante di aver favorito la mafia.
Il fatto che la mafia avesse interesse nei lavori di costruzione dell’impianto industriale, non mi stupisce affatto, visto che fin da quando fondai il primo comitato referendario a Porto Empedocle per chiedere che venisse indetto un referendum popolare, mi resi conto di come la vicenda fosse interessata da non poche “anomalie”, tanto che gli stessi firmatari della petizione improvvisamente ed apparentemente senza motivo rinunciarono a presentarsi dinanzi la Commissione di Garanzie Statutaria del suddetto comune, costringendomi a nominare delegati in loro vece.
Qualora dubbi ci fossero stati, a cancellarli, i successivi eventi e l’arresto del boss Gerlandino Messina, al quale vennero trovati quattro pizzini con indicati nomi di ditte interessate a grossi lavori pubblici come il raddoppio della statale 640, la Agrigento-Caltanissetta, e la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle.
A tal proposito voglio ricordare come la stessa azienda avesse sottoscritto un “protocollo di legalità” con il preciso scopo di impedire eventuali “infiltrazioni mafiose”. Un vano tentativo visti i risultati, tanto più se – come riportato da Grandangolo – “il reato ipotizzato sarebbe stato consumato in Porto Empedocle ed altri luoghi della Provincia di Agrigento fino alla data odierna ed in permanenza”.
Mi stupisce lo strano silenzio di sindacati e associazioni di categoria che, tanto pronte nel difendere ad oltranza la realizzazione dell’opera industriale e nel fare dell’antimafia il proprio vessillo, nella migliore delle ipotesi oggi si limitano a laconici comunicati stampa che lasciano il tempo che trovano.
Nessuna manifestazione come quelle organizzate in passato per avversare quanti contrari alla realizzazione del rigassificatore; nessuna indignazione per quanto apprendiamo grazie all’attività svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
In attesa che vengano resi noti maggiori dettagli sulla vicenda, grazie ai magistrati della Dda che starebbero riscontrando dichiarazioni di collaboratori di giustizia e quelle fatte dall’ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara, in merito alla realizzazione dell’impianto, voglio augurarmi che politici, associazioni di categoria e sindacati vogliano riflettere sull’opportunità di realizzare nel nostro territorio un’opera industriale a così elevato impatto ambientale che, come dimostrato dal referendum tenutosi ad Agrigento, non è stata accettata da oltre il 90% dei cittadini che si sono recati alle urne.
Gian Joseph Morici