Di seguito le dichiarazioni dell’Arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, del parroco di Lampedusa, don Stefano Nastasi e del direttore della Caritas diocesana di Agrigento, dott.Valerio Landri.
L’Arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, esprime tristezza e indignazione per l’ennesima tragedia del mare che si è verificata sulle coste dell’isola di Lampedusa nella quale hanno trovato la morte un numero ancora non ben precisato di migranti “non possiamo continuare – ha detto mons. Montenegro – a contare morti come se fossimo semplicemente testimoni. Le storie di persone che si mettono in viaggio, come ha detto il Papa a Lampedusa, sono storie che si intrecciano con le nostre e quindi ci interessano. Papa Francesco ci ha interrogato se questi morti ci causano lacrime. Ecco perché non possiamo solo tenere una contabilità o rassegnarci passivamente”.
Il parroco di Lampedusa. “È una mattanza che deve essere fermata, non so come, ma non è possibile che questi fratelli e sorelle in umanità, muoiano in questo modo. È la più grande tragedia del mare che i lampedusani ricordino a memoria d’uomo. In questo momento di dolore, non possiamo non ricordare e fare nostre le parole di Papa Francesco pronunciate qui lo scorso 8 luglio. Siamo nel pianto e come comunità ecclesiale viviamo il lutto per questi figli. Noi li piangiamo per chi non li piange, li piangiamo con chi non ha più lacrime per piangerli. Ma adesso è necessario che questa mattanza venga fermata e subito!”.
La Caritas di Agrigento. “È uno dei momenti più tragici della storia delle migrazioni degli ultimi anni”, è il commento del direttore della Caritas diocesana della diocesi di Agrigento, Valerio Landri. “È paradossale – afferma Landri – che ci siano voluti i morti per ricominciare a parlare dell’argomento ed è triste che si sentano anche delle considerazioni da parte di alcuni esponenti politici che indicano nella presidente Boldrini e nel ministro Kyenge i responsabili morali di questa tragedia. Si continua a fare politica sulla pelle della gente. È un momento di grande sofferenza -prosegue Landri – in cui ogni parola è superflua, questo è il momento di fermarsi e riflettere su una legge che va rivista. Ci auguriamo che questo ulteriore versamento di sangue possa essere l’occasione propizia per lanciare diversamente un nuovo sistema di politiche dell’accoglienza”.
Intanto per volere dell’arcivescovo di Agrigento mons. Francesco Montenegro, che nella Conferenza episcopale siciliana è vescovo delegato per la carità e la salute, il 7 e l’8 ottobre avrà luogo proprio a Lampedusa l’incontro della delegazione regionale delle Caritas diocesane per una riflessione sui temi dell’immigrazione e per pensare ad un sistema di accoglienza unitario integrato, capace di intervenire nelle emergenze degli sbarchi come nella quotidianità dei flussi migratori”