La marineria e la popolazione lampedusana si sono sempre distinte per coraggio, altruismo e disponibilità verso i migranti.
Vite salvate a rischio della propria. Storie di piccoli eroi del quotidiano che difficilmente assurgono agli onori della cronaca. Sono le storie comuni degli uomini di mare a qualsiasi latitudine del mondo essi vivano.
Ad infangare la storia di tanti uomini, qualora trovasse conferma quanto affermato dal sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, gli equipaggi di alcuni motopesca che avrebbero omesso di prestare soccorso agli occupanti di un barcone di migranti naufragato a circa mezzo miglio dell’Isola dei Conigli. Centinaia di persone finite in acqua. 94 cadaveri recuperati, oltre 250 dispersi.
Sulla vicenda la Procura di Agrigento ha già aperto un’inchiesta. Mentre in molti evidenziano come l’eventuale omissione di soccorso da parte degli equipaggi dei motopesca potrebbe avere pesanti ripercussioni sul piano penale, non si può fare a meno di rimanere esterrefatti da comportamenti che, prima ancora delle leggi dello Stato, violano i principi morali ai quali da sempre si sono attenuti tutti gli uomini di mare.
Nessun marinaio, degno di questo nome, abbandonerebbe al proprio destino un uomo finito in mare. Persino durante le guerre il codice d’onore dei marinai è stato rispettato da coloro i quali dopo aver colpito ed affondato un mezzo navale nemico si son trovati a dare soccorso ai superstiti.
Biasimo e vergogna dunque per tutti quei marinai che avendo assistito alla tragedia hanno permesso che donne e bambini annegassero miseramente a pochi metri dalla riva, lasciando che pochi coraggiosi, quali Alessandro Marino e Vito Fiorino che si trovavano a bordo della Gamar, lottassero contro il tempo e il mare per salvare quante più vite umane possibile.
Non possiamo e non vogliamo credere al comportamento di equipaggi che avrebbero abbandonato al loro destino i naufraghi e che sarebbe molto diverso dalla storia dei valorosi uomini di mare lampedusani che nulla hanno a che spartire con quella di questi presunti uomini del disonore.