Montreal (Canada) – Con due colpi in testa, un cecchino ha messo fine alla vita del 72enne Joe Di Maulo, legato alla Sesta Famiglia, capeggiata dal clan Rizzuto.
Di Maulo, calabrese vicino alla ‘Ndrangheta di Cotroni e Violi, era passato dalla parte dei Rizzuto dopo che questi avevano preso possesso del territorio di Montreal nei primi anni ’80.
Le modalità dell’omicidio, ricordano quelle di Nicolò Rizzuto, anziano patriarca della Sesta Famiglia, ucciso due anni fa da un cecchino, all’interno della sua casa.
La vittima, accusata in passato di un triplice omicidio nel 1971, assolto in appello, nel dicembre 2009 aveva partecipato ai funerali di Nick Rizzuto Jr., nipote di Nicolò e figlio di Vito, da poco tornato a Montreal dopo aver scontato una pena detentiva negli Stati Uniti per un triplice omicidio degli anni ’80.
Un regolamento di conti, o un messaggio? L’omicidio di Di Maulo, viste le modalità cariche di significato simbolico, potrebbe rappresentare un chiaro avvertimento nei riguardi di Vito Rizzuto, nonostante apparentemente fosse stata raggiunta una tregua dopo che il boss, appena uscito dal carcere americano, si era recato a Toronto. Nel corso della sua breve visita nell’Ontario, Rizzuto avrebbe incontrato i rappresentanti delle cinque famiglie mafiose di New York. Un incontro che avrebbe dovuto portare ad una pax mafiosa tra le due opposte fazioni che si contendono il controllo di Montreal, avvalorato dal fatto che proprio nell’Ontario, a Vaughan, agli inizi del 2011, si era tenuto un 50° anniversario di matrimonio al quale avevano partecipato esponenti di primo piano della ‘Ndrangheta e di Cosa Nostra.
La morte Di Maulo, potrebbe aver infranto la pace siglata per evitare ulteriori spargimenti di sangue, dando l’imput ad una nuova guerra.
Del resto, l’accordo raggiunto a Toronto, così come avevamo scritto, ne riportava alla mente uno datato nel tempo, quando, dopo uniniziale periodo di collaborazione tra calabresi e siciliani, approfittando del momento di debolezza delle ‘ndrine, i Rizzuto entrarono in conflitto con il calabrese Paul Violi, uomo vicino a Vic Cotroni. Una frattura, che si ricompose grazie all’intervento di Giuseppe Settecasi, rappresentante provinciale di Agrigento, il quale aveva già incontrato gli esponenti delle famiglie italo-americane agli inizi della guerra di mafia in Sicilia, tra i Corleonesi di Totò Riina e la vecchia guardia palermitana, nel tentativo di evitare il sanguinoso conflitto che avvenne poi a cavallo degli anni ‘70/’80. Una pace che fu di breve durata, visto che con l’arresto di Cotroni, i Rizzuto aprirono la guerra contro Violi, fin quando lo stesso Violi non venne ucciso.
Lo stesso Vito Rizzuto, recentemente aveva acquistato un’auto blindata, rintanandosi in un appartamento del centro dal quale uscirebbe rarissime volte. Un chiaro segno di scarsa fiducia nella tregua, o la consapevolezza che si sarebbe comunque arrivati ad uno scontro armato per il controllo di Montreal.
Gian Joseph Morici
Di Maulo non era calabrese. Era molisano. Era nato a Campobasso nel 1943.