L’informazione priva di analisi e di contradditorio è pura strumentalizzazione propagandistica, mascherata da buone intenzioni più pericolose ancora dei fatti denunciati.
La libertà di espressione è un diritto sacrosanto.
La libertà di stampa è un diritto di ogni giornalista ma anche e forse soprattutto un dovere per chi sceglie questa strada. Chi informa non deve prendere per mano il pubblico per convincerlo delle proprie idee ma costruire le basi per una riflessione fondata su elementi concreti. Per esprimere la propria opinione esistono gli editoriali.
Questa breve digressione è solo la premessa a fatti ben più gravi che trovano il loro spazio sul web, una rete che dovrebbe servire a comunicare sempre di più e che ha svolto un ruolo innegabile in diverse azioni umanitarie e rivoluzionarie. Purtroppo, in mezzo a tanta comunicazione utile si moltiplicano movimenti faziosi. Alcuni affermano chiaramente le proprie ideologie, altri si nascondono dietro uno pseudo buonismo attivista spacciando notizie dimezzate, fasulle, strumentalizzate, prive di qualunque verifica ed argomentazione. Un atteggiamento incosciente, idiota ed irresponsabile.
E’ il problema di alcuni citizen media. Uno in particolare ha attirato la mia attenzione e scatenato in me un senso di rivolta. Non lo cito per non fargli pubblicità ma si autodefinisce “Un gruppetto di cittadini comuni che si sono posti come obiettivo di riunire tutta una serie di articoli (rigorosamente reperiti in rete) che possano aiutarci a riflettere su fatti del giorno”.
Chi di questo sito si occupa dell’estero fa il tifo per la Palestina. Va bene poiché il problema palestinese esiste. Peccato che siano andati oltre denigrando Israele, gli israeliani e gli ebrei in generale. Israele è dipinto come una potenza imperialista, gli israeliani come un ammasso di guerrafondai e, come se non bastasse, lo stesso sito riesuma scritti su accordi fra ebrei tedeschi e nazisti durante la seconda guerra, solo che gli autori dimenticano di precisare che con l’arrivo dei nazisti al potere, molti ebrei sionisti e non sionisti fecero di tutto per lasciare la Germania, ovviamente chi credeva nella creazione di uno Stato ebraico, unico rifugio al mondo contro gli anti-semiti “vecchi” e “nuovi”, scelse la Palestina che divenne poi nel 1948 Israele).
Azioni pacifiche o provocazioni?
Ero già infastidita da come è stata raccontata l’avventura della goletta della pace Estelle: “assalita da banditi mascherati”. Leggendo si può pensare che le acque della zona siano infestate da pirati ma i “banditi” si sono chiaramente identificati come appartenenti all’IDF – Israel Defense Forces, (si sente chiaramente in inglese nel video girato) forze speciali della marina militare da cui l’uso del passamontagna come è uso ovunque. Hanno chiesto all’equipaggio dell’Estelle di attraccare nel porto di Ashdod, come da prassi, da dove i doni, dopo essere stati controllati per verificare l’assenza di armi, sarebbero stati convogliati a Gaza. Non si può dimenticare che Israele è in stato di guerra ed applica le disposizioni necessarie. Questo genere di azione “pacifista” non può che mettere paglia sul fuoco. Esiste un corridoio riconosciuto che da Ashdod trasporta a Gaza medicinali e viveri, perché voler infrangere a tutti i costi le regole di sicurezza stabilite da uno Stato sovrano? Se proprio i “pacifisti” intendono reiterare questi blitz, perché non vanno anche in Siria, Cina, Corea, Bielorussia…? Lì sì che sarebbero veramente arrestati e neppure liberati.
Le informazioni occultate
Non dicono, probabilmente perché non hanno trovato l’informazione sul web, che il 27 settembre 2012 almeno 500 manifestanti palestinesi della striscia di Gaza hanno manifestato scandendo “Il popolo vuol far cadere il regime Hamas” ed altri slogan ripresi dalle rivoluzioni dei paesi arabi. E’ solo un esempio. Perché non si parla degli oltre 610 razzi tirati contro Israele da Gaza dall’inizio dell’anno, di cui ben 150 soltanto in ottobre.
Il problema umanitario palestinese esiste, ma esistono anche ospedali dove medici israeliani e palestinesi operano fianco a fianco anche i bimbi di Gaza. Ed esistono israeliani di tutte le tendenze politiche. Israele non è una dittatura ma l’unica democrazia del Medio Oriente. Esistono giovani e meno giovani, artisti, intellettuali e gente comune che militano per la pace. Ma se ne parla poco e niente.
L’ingiuria falsifica non informa!
Eppure queste constatazioni sulla faziosità e l’ignoranza di certi “informatori” sono niente di fronte al disgusto nel vedere che, sempre questo sito termina gli articoli con “Heil, Israel!”… Peggio ancora: la bandiera israeliana è stata imbrattata con una svastica al centro della stella di David. Un atto di doppia inciviltà. Il vilipendio a qualunque bandiera è già un atto deprecabile. Sfigurare il simbolo di un popolo vilipendiato, perseguitato e massacrato da 2.000 anni significa dar prova di odio, ignoranza, razzismo ed anche offendere coloro a cui brucia ancora sul braccio l’infame numero tatuato nei lager nazisti.
Chi ricorre a questi metodi di propaganda alla Goebbels non ha il diritto di parlare di pace.
Luisa Pace
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Luisa Pace, France Representative della European Journalist Network, membro del comitato dell’Association de la Presse Etrangère, giornalista free-lance molto apprezzata, scrive per diversi quotidiani e periodici svizzeri, italiani e francesi: La Regione Ticino, Focus In, La Révue Défense.
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