Montreal – E’ tornato a a casa Vito Rizzuto, il 66enne padrino di Montreal. Dopo aver scontato in un carcere americano una condanna per essere rimasto coinvolto in tre omicidi di mafia a Brooklyn, estradato in Canada quasi due settimane fa, Rizzuto aveva deciso di recarsi nell’Ontario. Una scelta che definimmo “apparentemente suicida”, visto che proprio nell’Ontario risiedono i nemici storici della ‘Sesta Famiglia’ capeggiata dai Rizzuto.
Tra le ipotesi più accreditate dagli inquirenti c’era quella di un possibile rientro a Montreal del padrino o un il tentativo da parte dello stesso di trovare rifugio temporaneo in Venezuela, come aveva già fatto il padre nel corso della guerra di mafia degli anni ’70, in attesa di riorganizzarsi e di riprendere il controllo di Montreal.
La scelta di Rizzuto di recarsi a Toronto, poteva trovare spiegazione in una pax mafiosa tra le due opposte fazioni che si contendono il controllo di Montreal. Una teoria avvalorata dal fatto che proprio nell’Ontario, a Vaughan, agli inizi del 2011, si era tenuto un 50° anniversario di matrimonio al quale avevano partecipato esponenti di primo piano della ‘Ndrangheta e di Cosa Nostra.
A confermare il ritorno di Vito Rizzuto a Montreal, la polizia canadese e numerosi testimoni che avrebbero visto il padrino in città. Già la scorsa settimana, Rizzuto avrebbe partecipato a un incontro a Saint-Léonard. Un ricongiungimento ai suoi vecchi amici, i fedelissimi della Sesta Famiglia, che per anni hanno atteso il rilascio del boss dopo la serie di omicidi che aveva indebolito l’organizzazione mafiosa dallo stesso capeggiata (il figlio maggiore di Rizzuto, Nick, era stato ucciso nel dicembre 2009; così come il padre Nicolò, anziano patriarca della famiglia, ucciso nel novembre del 2010).
Un attacco alla più potente organizzazione mafiosa del Quebec, che – come avevamo già scritto – doveva aver trovato la benedizione delle ‘Cinque Famiglie’ newyorkesi, interessate ad allacciare rapporti con le ‘ndrine che gestiscono il vasto traffico di cocaina che nel tempo ha soppiantato quello dell’eroina notoriamente gestito dal clan dei Rizzuto.
A confermare i nostri sospetti e il sopravvenuto accordo tra le ‘ndrine e la Sesta Famiglia, l’incontro tenutosi a Toronto dopo l’arrivo di Rizzuto. Un incontro al quale avrebbero preso parte i rappresentanti delle potenti Cinque Famiglie newyorkesi, lo stesso Rizzuto ed esponenti della ‘Ndrangheta.
Una pace siglata per evitare ulteriori spargimenti di sangue, che sarebbe stata accettata da Vito Rizzuto, il cui unico apparente interesse sarebbe quello di tornare a governare i traffici del porto e della città di Montreal. A garantire l’accordo, gli esponenti delle famiglie newyorkesi.
Ma si tratta anche di un accordo che ne riporta alla mente uno datato nel tempo, quando, dopo un’iniziale periodo di collaborazione tra calabresi e siciliani, approfittando del momento di debolezza delle ‘ndrine, i Rizzuto entrarono in conflitto con il calabrese Paul Violi, uomo vicino a Vic Cotroni. Una frattura, che si ricompose grazie all’intervento di Giuseppe Settecasi, rappresentante provinciale di Agrigento, il quale aveva già incontrato gli esponenti delle famiglie italo-americane agli inizi della guerra di mafia in Sicilia, tra i Corleonesi di Totò Riina e la vecchia guardia palermitana, nel tentativo di evitare il sanguinoso conflitto che avvenne poi a cavallo degli anni ‘70/’80. Una pace che fu di breve durata, visto che con l’arresto di Cotroni, i Rizzuto aprirono la guerra contro Violi, fin quando lo stesso Violi non venne ucciso.
Dimenticherà Vito Rizzuto gli omicidi di suo padre e di suo figlio? E chi ha preso parte a questa sanguinosa guerra contro la Sesta Famiglia – compreso le gang che avrebbero potuto fornire la manovalanza per commettere alcuni delitti – potrà fare affidamento ad una pace voluta dalle potenti famiglie newyorkesi? Chi conosce Rizzuto, sostiene che il vecchio padrino non è uomo da dimenticare un torto subito. Né sono venute meno le ambizioni di un capomafia che – come narrato da un ex detenuto che nel carcere americano ha trascorso parecchio tempo con il boss – pare aspiri a diventare il più potente capomafia del Canada.
Gian J. Morici