La fetida natura purulenta del bubbone è ormai venuta fuori e non può più essere sottaciuta. Non è certo la prima volta che si parla d’informazione a compenso, ma questa volta la vicenda sembra aver assunto una dimensione diversa, a tal punto da costringere l’Ordine ad interessarsene. Si tratta della storia delle interviste a pagamento in tv, che vede protagonisti alcuni consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna che avrebbero pagato le presenze in tv e le emittenti che avrebbero ospitato i politici in cambio di denaro.
Una brutta storia, bollata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, come “vicenda vergognosa”. E vergognoso lo è davvero il fatto che si possa spacciare per informazione quello che è un semplice rapporto commerciale. Tu mi paghi, io ti do lo spazio. Nulla quaestio se si parla di detersivi o scatolette. La questione cambia se lo spazio diventa un articolo o un’intervista di ben altra natura. Se vediamo infatti in tv o sui giornali un pacco di pannolini, tutti comprendiamo immediatamente che si tratta di pubblicità aziendale, alla quale va accordata la credibilità che una pubblicità, essendo di parte, può meritare.
Quando invece il “prodotto” che ci viene proposto, ha magari la faccia da posto di pannolini, ma ben diversa qualifica, crediamo di trovarci dinanzi un programma d’informazione, una notizia. Un vero inganno nei confronti dei cittadini, che non riescono più a distinguere un servizio giornalistico da una pubblicità. A dare la dimensione alla vicenda emiliana, Dario Pattacini, conduttore di “Sette in punto”, che ha dichiarato come “tutti pagano, le Acli, i sindacati, la Cna, tutti”. Pesante l’affermazione del presidente dell’assemblea legislativa Matteo Richetti, il quale, senza se e senza ma, ha definito “immorale sia chi paga sia chi incassa”.
Ma che immorale e immorale… È la stampa bellezza… Quantomeno, una “certa stampa” della quale Agrigento potrebbe a buon titolo pretenderne il primato. Il panorama è vario. Dalla giornalista di un noto quotidiano che scrisse all’allora segretario generale di un sindacato che i comunicati stampa non venivano pubblicati se non trasmessi da lei (che aveva già intrattenuto questo genere di rapporto di “collaborazione” con il predecessore del sindacalista, il quale mensilmente le versava un compenso – in nero – per la sua “prestazione professionale”), ai direttori di giornale, duri e puri, trasformati in “addetti stampa” di partiti e di fondazioni del Comune (Enzo Iacopino docet!), per finire con il caso più eclatante: quello di Teleacras e del contratto che legava l’emittente ad un consigliere comunale, portato a conoscenza dell’opinione pubblica grazie al giornalista Franco Castaldo.
Per finire? Forse no. Forse solo per ricominciare, visto che quello definito in un libro come “miglior giornale online” di Agrigento, viene indicato in un nuovo libro del medesimo autore, come quel giornale dallo stesso sovvenzionato. Un giornale che aveva dunque il dovere di pubblicare tutto ciò che a questo padroncino dell’informazione passava per la mente (Matteo Richetti docet: “immorale sia chi paga sia chi incassa”..).
Ma la sete è sete – come disse qualcuno – a chi ha tanta sete (con buona Pace di tutti) fa eco un detto siciliano: “ogni tinta funtana leva a siti…”.
Di questo e tanto altro, andremo a scrivere nei giorni a venire, di quello che si prospetta come un caldo autunno agrigentino. Dei giornali tradizionali su carta, si son dette tante cose, compreso il fatto che il giorno dopo son buoni solo per incartare il pesce, o, in casi estremi, peggio… E di certi articoli online a pagamento, cosa se ne può fare?
Gian J. Morici
Forse un po’ come “Il resto di niente”, il film partenopeo proiettato anche all’estero a dei festival, che racconta xchè la Rivoluzione Francese non prese mai piede a Napoli…?
Importante che ci sia un CONTENUTO & che q sia VERO & UMANO.
Scordavo, un’altra cosa, eventuale tipo di censura (?): forse x i miei commenti su q giornale LVDT.net, secondo me Umano, “Multitudine”, Universale, Siciliano & Internazionale nello stesso Tempo, che un “gentiluomo” (?) si è permesso di rispondermi così “poeticamente” in maniera tanto volgare Con tutte quelle Belle parole che ha la Lingua Italiana, poi… Povero quaquaraquà: fa schifo & non lo sa…