Cianciana (Agrigento) – Si è svolta ieri sera, presso la Biblioteca intitolata al Giudice Borsellino, la cerimonia d’inaugurazione del pannello in ceramica, opera del Maestro Petruzzella, donato dal Rotary Club di Bivona-Montagna delle Rose-Magazzolo.
Dinanzi una sala gremita, nella ricorrenza del ventennale dalla strage di via D’Amelio, sono stati ricordati i Giudici Falcone e Borsellino e gli uomini e le donne che con loro persero la vita nelle stragi del ’92.
A coordinare gli interventi, il prof. Giannone, presidente pro-tempore del locale club del Rotary, che ha dato la parola al Sindaco di Cianciana, dott. Sanzeri. Dopo il Sindaco, ha preso la parola il dott. Basile della Polizia di Sciacca, che, nel ricordare il giorno della strage, ha evidenziato come nonostante il fenomeno mafioso venga quotidianamente contrastato e ridimenzionato dall’attività della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, per arrivare alla definitiva sconfitta della mafia è necessario che vi sia un cambiamento culturale che porti all’educazione al rispetto delle leggi.
A seguire, il capitano Bulla, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Cammarata, il quale ha ricordato le emozioni che provò all’epoca dei fatti, quando era ancora un ragazzo che frequentava i primi anni dell’università. Anche il Capitano dei Carabinier, ha posto l’accento sulla necessità di un cambiamento di carattere sociale, per arrivare al quale determinante è il ruolo della famiglia come primo veicolo di legalità.
A ricordare la grande professionalità del Giudice Borsellino, è l’Avvocato Vaccaro, che narra di come il Giudice, da Procuratore a Marsala, trattò il caso di uno dei primi pentiti del trapanese, cercando immediatamente riscontri alle dichiarazioni dello stesso. “Un modo di operare in maniera corretta per evitare errori giudiziari” – ha concluso l’Avvocato Vaccaro.
Toccante la testimonianza del Comandante Tagano della Stazione dei Carabinieri di Cianciana, che all’epoca comandava la stazione nella cui competenza territoriale ricadeva via D’Amelio. I primi momenti subito dopo la strage. La scena che si presentò ai loro occhi e il ricordo dei tanti cittadini, che presa coscienza di cosa fosse la mafia, per la prima volta si avvicinarono alle Forze dell’Ordine con un sentimento di solidarietà verso le Istituzioni, ma anche con il bisogno di sentirsi protetti.
A chiudere gli interventi, il Giudice Alessandra Vella. “Falcone e Borsellino furono parte delle mie scelte di vita. Avevo sedici anni e forse proprio quel giorno decisi cosa avrei fatto nella mia vita. Non è la loro morte che voglio ricordare ma i loro risultati personali, il loro puntiglio nei riscontri ai pentiti, la grande intuizione nel combattere la mafia colpendone i capitali. Il Giudice Vella, ha anche letto ai presenti l’ultima lettera di Borsellino, scritta ad un preside in data 19.07.1992. L’ultimo giorno della sua vita.
Tra i presenti in sala Nico Miraglia, figlio di quell’Accursio Miraglia, sindacalista ucciso dalla mafia, il cui nome ancora oggi è simbolo di impegno sociale e legalità. Vicino a lui Giuseppe Ciminnisi, figlio di una vittima innocente di mafia, che, ancora ragazzino, incontrò il Giudice Giovanni Falcone al quale chiese verità e giustizia. Durante quell’incontro Falcone gli fece una carezza paterna e una promessa. L’impegno, venne poi mantenuto da altri Magistrati che succedettero a Falcone dopo che lo stesso venne ucciso.
Sul tavolo dei relatori, alcuni “pizzini”. Non i “pizzini” di mafia, ma in “Pizzini della legalità” di Ettore Zanca, accompagnati dal libro “Vent’anni”, in memoria delle stragi del ’92, recentemente presentato anche ad Agrigento.
Cianciana e la sua biblioteca, grazie anche all’impegno del responsabile Mario Ottavio Caramazza, si conferma baluardo culturale nella lotta alla mafia.
Gjm