Mentre in Congo gli stupri di ragazzine tra i 12 e i 16 anni continuano nell’indifferenza generale (leggi l’articolo tradotto da Erminia Scaglione per Informare per Resistere), a denunciare gli affari d’oro che alcune aziende continuano a fare nonostante avessero pubblicamente che avrebbe smesso di acquistare minerali provenienti dalle zone di guerra, è il collettivo del gruppo di hacker “Anonymous”.
Anonymous ha accusato la Traxys, una società con sede in Belgio, di proprietà di tre banche americane (tra le quali le due newyorkesi Pegasus Capital Advisors e Kelso & Company), di aver continuato a commercializzare coltan proveniente dal Congo.
Secondo gli hacker di Anonymous, l’azienda avrebbe acquistato i minerali da fonti direttamente collegate ai ribelli delle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (FDLR), responsabili di crimini commessi contro i civili.
Già nel dicembre 2008, gli investigatori delle Nazioni Unite, avevano accusato la Traxys per un presunto acquisto di materiali provenienti da gruppi di miliziani nella Repubblica Democratica del Congo.
In risposta, la società aveva annunciato di aver subito fermato ogni approvvigionamento di minerali provenienti dalle province orientali della Repubblica Democratica del Congo.
Dopo l’accusa da parte di Anonymous, la Traxys ha ribadito che già dai primi mesi del 2009, l’azienda non ha più condotto alcuna attività in quel territorio”.
Di diverso avviso sono gli hacker, i quali sarebbero entrati in possesso di alcune email, che dimostrerebbero l’esatto contrario..