Seconda udienza con la presenza dal presidente regionale per il processo a carico suo e del fratello Angelo per voto di scambio. Dopo quasi cinque ore, Raffaele Lombardo decide di rivolgersi al giudice per «smontare tutto quello che abbiamo sentito in questi mesi». Ha deciso invece di avvalersi della facoltà di non rispondere il boss Rosario Di Dio di Ramacca. Sentito per tre ore, nell’aula tre di Bicocca, il maggiore del Ros dei Carabinieri di Catania Lucio Arcidiacono– reparto operativo speciale – dei Carabinieri di Catania. Il suo esame da parte dell’accusa riprenderà in una prossima udienza, insieme a quello della difesa. Ma non nella prossima, fissata per il 25 maggio, Ad una figura in particolare, nel corso della sua deposizione, il maggiore attribuisce particolare importanza. E’ quella di Marco Campione, imprenditore agrigentino spesso nominato da Vincenzo Lo Giudice, nel 2001 deputato regionale dell’Udc – allora partito di Raffaele Lombardo – arrestato nel 2004 nel corso dell’operazione “Alta mafia” che ha coinvolto anche il figlio Calogero, allora vicepresidente alla provincia di Agrigento, reintegrato nel 2006. Secondo Arcidiacono sarebbero diversi gli appalti milionari concessi alle ditte collegate a Campione, sia sotto il governo regionale di Lombardo che prima con Totò Cuffaro. L’attenzione del maggiore va, soprattutto, al rapporto tra la Girgenti Acque dell’imprenditore e la Acoset, l’azienda catanese per la gestione idirica «di cui Angelo Lombardo è stato consigliere dal 2004 al 2006», dice. «La Regione destina le risorse alle varie Ato acqua – spiega Raffaele Lombardo con dichiarazioni spontanee. Se poi queste siano formate da una ditta o l’altra oppure se subappaltano il servizio sta lontano mille miglia dalla conoscenza che può avere anche lo stesso assessore regionale o capo del dipartimento». Che comunque, specifica il governatore, sono gli unici a poter sapere come sono andate le cose. Tra le dinamiche ricostruite dal maggiore del Ros, anche gli interessi criminali dietro diversi grossi appalti siciliani degli ultimi anni. Quelli di Vincenzo Aiello per il parco commerciale Tenutella – oggi Centro Sicilia – e l’apertura di punti vendita Eurospin ad Agrigento. E ancora quello per il parco tematico di Regalbuto, «un progetto per cui servivano 700 milioni di euro, 100 dei quali stanziati dallo Stato, con l’autorizzazione della Commissione europea, ma a cui erano interessate anche le famiglie mafiose di Catania e Palermo». Appalti gestiti con un semplice sistema di spartizione: «Il 20 per cento alla mafia, il due alla politica e il resto all’imprenditoria». Nel processo a Raffaele e Angelo Lombardo è stata depositata informativa su rapporti con l’imprenditore Campione e Luigi Cilia dell’Mpa di Canicattì, uomo molto vicino, fino al suo arresto, a Vincenzo Lo Giudice.