Il candidato sindaco Totò Pennica, interviene in merito alla questione del Centro Storico di Agrigento:
“È con particolare interesse che accolgo la lucida ed intelligente provocazione di Tano Siracusa, uomo da sempre impegnato, con fervore e visione colta ed avanzata, nel tener alta in città l’attenzione su molti temi di fondamentale importanza quali, fra gli altri, il ruolo del centro storico, il suo significato, la sua importanza e, non ultimo, il suo recupero.
Con questo spirito e con la certezza che attraverso la collaborazione fra tutte le forze attive di questa città si può giungere alla risoluzione dei problemi, ho chiesto ad illustri uomini di cultura e professionisti di nota esperienza e capacità tecnica, nonchè impegnati in settori cardine della città, di entrare a far parte della mia squadra di governo.
Ed è con altrettanta chiarezza, quindi, che intendo esprimere la mia idea, al fine di fugare qualsiasi dubbio, intendendo questo anche come un dovere per chiunque si candidi ad avere un qualsiasi ruolo pubblico in città.
È, con altrettanta risolutezza dunque, che ritengo doveroso non sottrarmi alle precise domande poste da Tano Siracusa, che meritano, perchè esposte da un cittadino, risposte chiare ed esaustive, che servano a rendere manifesta la mia idea di città e del suo centro storico e, qualora eletto Sindaco, i modi di intervento per la sua salvaguardia ed il suo recupero.
Ho già detto, durante questa campagna elettorale, che il programma di Epolis è e rimane, con buona pace delle “chiacchiere da piazzisti”, il libro guida della mia amministrazione, e su quello fonderò il mio agire.
E in quel programma vi è una grande attenzione per il centro storico della città, inteso come il fulcro della rinascita culturale ed economica di Agrigento. Un centro storico che dovrà essere, gradualmente, pedonalizzato, ripensando nel complesso la mobilità pubblica cittadina, e interpretato come il centro di quella vasta area che, dal mare di San Leone, attraverso la Valle dei Templi, si lega appunto alla città antica. Non è, infatti, immaginabile pensare ancora la città a comparti separati, ma è necessario ragionare all’interno di una visione di insieme.
Un’azione per il centro storico che miri, dunque, al corretto recupero dell’esistente, dei manufatti abbandonati e pericolanti, con particolare attenzione ai materiali da costruzione anche attraverso lo studio di un piano del colore, e che sia capace, mediante una azione congiunta di tutte le parti sociali interessate, di accogliere al proprio interno le facoltà universitarie. L’università in un centro storico pedonalizzato (come, ad esempio, da decenni molte città del centro Italia ci insegnano), è un modello da perseguire con tenacia, e sarà un obbiettivo primario della mia Amministrazione. Un centro storico che si attrezzi ad accogliere quanti più spazi culturali possibile, che diventino poli attrattivi di giovani, universitari e turisti.
Quindi un centro storico che rifugga del tutto tentativi edilizi arditi, urbanisticamente e storicamente errati, per nulla necessari, se non addirittura pericolosi in un tessuto fragile quale Terravecchia. Il recupero edilizio infatti, per quanto sia da perseguire con ogni mezzo possibile, attraverso la ricerca di risorse economiche oltremodo necessarie, non può mortificare, ignorandola, la storia ed il senso più profondo del nucleo antico della città, così come non può ignorare, voglio aggiungere, i numerosi appelli di molti cittadini che chiedono di aprire una discussione su questo tema. Appelli che vanno ascoltati e non ignorati. Discutere delle scelte di una collettività, della direzione verso cui una città vuole andare, non è, per me, finzione elettorale. È e deve essere azione quotidiana di un Sindaco e di una intera Amministrazione. E pertanto, fin da subito, mi considero pronto ad un pubblico dibattito su questo tema, da tenersi prima possibile e con chiunque voglia con me confrontarsi. Sarò ben lieto di parteciparvi e rispondere a tutte le sollecitazioni che giungeranno, così come ben lieto sarò se anche il mio competitore con un sussulto di coraggio vorrà confrontarsi con me su temi così rilevanti.
Ultima considerazione, ma non per questo meno rilevante, riguarda la Cattedrale di Agrigento e lo stato di grave e reale pericolo di crollo in cui versa.
È oramai indubbio che l’azione di risanamento della Cattedrale di Agrigento passa attraverso il consolidamento della collina su cui poggia l’intero complesso edilizio, azione senza la quale ogni intervento sarebbe inutile. I tecnici che studiano il fenomeno ci segnalano una pericolosità di crollo molto più che reale. E su questo punto ritengo che una intera classe politica, professionale, imprenditoriale deve spendersi senza più perdere un solo istante. È necessaria un’azione oltremodo urgente ed economicamente rilevante. Ed una Amministrazione, perchè tale, per il ruolo che ha, deve adoperarsi nella ricerca immediata dei fondi necessari con tutte le energie possibili.
Non possiamo nasconderci come la perdita della Cattedrale segnerebbe la perdita di dignità non soltanto politica del sindaco, ma personale e collettiva di una intera cittadinanza. E questo lo affermo con estrema chiarezza.
Ecco il senso più profonodo dell’azione congiunta della mia Amministrazione con tutte le forze possibili, azione forte e autorevole che miri al reperimento delle somme necessarie. Lo sento prima di tutto come un dovere di agrigentino e non di eventuale sindaco. Come uomo prima ancora che come cattolico.
E sarà su questo fronte che la prossima Amministrazione dovrà decidere se continuare a risiedere ad Agrigento o scegliere un altro luogo dove trascorrere il resto della propria giusta punizione per espiare un disastro annunciato”.