Grandangolo – il giornale di Agrigento – diretto da Franco Castaldo nell’edizione 16 in edicola domani presenta una rivista ricca di notizie e approfondimenti. Mafia, in primis: un pentito, due omicidi, sette indagati. Una guerra di mafia che ha visto la partecipazione delle famiglie di Favara, Campobello, Ravanusa, Naro e Canicattì nonché lo stesso capo provincia di Cosa nostra, Giuseppe Falsone. Per il Pm della Dda di Palermo Rita Fulantelli, un solo indagato, al momento per il quale è stato chiesto chiedere il rinvio a giudizio: Giuseppe Sardino, già consigliere comunale al Comune di Naro e divenuto boss al servizio dell’allora latitante Giuseppe Falsone poi catturato in Francia, collaboratore di giustizia. I delitti sono quelli dell’imprenditore ravanusano Angelo Lentini (1 giugno 2006) e del campobellese Giuseppe Spatazza (18 dicembre 2006). Sardino ha confessato di avere avuto un ruolo in entrambi gli omicidi. Per questi fatti sono indagati Giuseppe Falsone, 42 anni di Campobello di Licata; Pino Gambino Pino, 40 anni di Ravanusa; Giuseppe Costanza 55 anni di Favara; Gerlando Morreale 46 anni di Favara; Giuseppe Sardino 49 anni di Naro; Giuseppe Arnone 55 anni di Castrofilippo; Diego Lo Giudice, 66 anni di Canicattì per i quali ancora non è stata formulata alcuna richiesta. Grandangolo racconta anche della retata, promossa dal Pm Bruna Albertini, magistrato già in servizio ad Agrigento, tra la Lombardia e Ravanusa che ha scoperto fatture false per oltre 600 milioni di euro che ha portato agli arresti di undici persone tra le quali i figli di Paolo Vivacqua, l’imprenditore ucciso a Desio nei mesi scorsi, ossia Davide, Gaetano e Antonino. Ed anche una sfilza di ravanusani con residenza nella Brianza, vere teste di legno di quel Paolo Vivacqua che se non fosse stato ucciso sarebbe oggi finito in manette. Intanto da Lampedusa, arrivano inquietanti notizie nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate in Municipio. Uno degli indagati, Gioacchino Giancone, consulente esterno oggi dimissionario, avrebbe tentato di convincere un testimone chiave dell’inchiesta giudiziaria a fornire una versione addomesticata rispetto ai fatti di indagine e favorevole allo stesso Giancone. E’ accaduto che immediatamente dopo le perquisizioni disposte dalla Procura di Agrigento (sostituto Luca Sciarretta, procuratore aggiunto Ignazio Fonzo) Giancone, accusato da Salvatore Albero, un lampedusano alle prese con la compravendita di un terreno su cui far sorgere alcune villette, di aver fatto proposte corruttive, si sarebbe presentato dal testimone chiedendo di fornire all’autorità giudiziaria una versione dei fatti particolarmente favorevole per l’indagato. Sembrava un episodio che doveva restare nascosto ed invece, Albero si è recato immediatamente dopo la “visita” di Giancone in caserma, dalla Guardia di finanza a riferire tutto. Si segnalano per importanza gli articoli sulle prossime elezioni amministrative nonché un’intervista senza rete con l’ex manager dell’Asp 1, Salvatore Oliveri, oggi indagato in un procedimento penale che spara a zero sulla politica e su chi lo vuole sotto inchiesta.
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2 Maggio 2024