I due volti di un’Italia che non vuol cambiare.
Un “omicidio di massa” lo aveva definito Libertino Parisi quando scrisse al Presidente Napolitano chiedendo che fosse lui a decidere come doveva morire lo stesso Parisi, cardiopatico, affetto da diabete “Mellito” 2, che viveva di una misera pensione di € 611 ca, quando a causa di una decurtazione per crediti già prescritti se la vide ridotta appena ad € 469 ca.
Una lettera, che pubblicammo su questo giornale lo scorso agosto (leggi la lettera).
Tre mesi dopo, ad Agrigento moriva Libertino Parisi.
E dopo Parisi, è stato il turno di qualche disoccupato che si è tolto la vita e di un pensionato, morto suicida quando si è visto ridotta la misera pensione che percepiva.
Già da prima che ci fosse nota la vicenda di Parisi, dalle pagine di questo giornale denunciavamo come le malefatte di una classe politica corrotta e di una corte di ladri ed evasori di ogni specie, stesse mettendo l’Italia in ginocchio.
Forse era ancora troppo presto. Forse, lo Stato era ancora un’entità così astratta che non consentiva agli italiani di capire che chi stava derubando lo Stato, in realtà stava derubando loro.
E così, tangentisti ed evasori venivano annoverati nella schiera dei furbi che rubavano allo Stato “perchè – dicevano in molti – non fanno niente di male, visto che lo Stato ruba a noi”.
I tempi cambiano e la rabbia comincia a montare. La lotta all’evasione, alla corruzione, al lavoro nero, è ormai l’argomento principe degli italiani.
Due milioni di controlli fatti nel 2011: oltre 700.000 su imposte indirette; un milione sulle dichiarazioni dei redditi e 300 mila su materia di registro – rende noto il giornale Repubblica che riporta le dichiarazioni del direttore delle Entrate, Attilio Befera, il quale traccia un bilancio positivo e ancora provvisorio sulla lotta all’evasione.
“Nella grave crisi economica che il Paese sta vivendo si sta facendo avanti una “esigenza di equità fiscale”, ha detto il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, ricordando che “finora è emersa una furbizia individuale di corta veduta”. Befera ha sottolineato inoltre che la “cifra autentica di ciò è solo la mediocrità umana e morale”. Una stretta di vite, che si annuncia con il nuovo redditometro che sarà operativo entro il primo semestre del 2012.
Un piano antievasione, che permetterà di verificare la posizione di tutti i contribuenti. Ed è in quest’ottica che s’inserisce il progetto “Premi al dipendente che denuncia reati”. In assenza di un senso del dovere – tipico di paesi ben più civili del nostro, dove qualsiasi cittadino denuncia fatti illeciti dei quali è testimone, a partire dal crimine organizzato per finire con l’evasione, il lavoro nero e le violazioni al codice della strada – il governo decide di adottare piani anticorruzione, premi e anonimato per chi denuncia reati contro la pubblica amministrazione, il sistema di rotazione per i funzionari che lavorano nei settori più a rischio, nuove incompatibilità.
Per quella che ieri era ‘furbizia individuale’ e che oggi viene definita ‘solo mediocrità umana e morale’, i giorni sembrerebbero contati.
Ma come reagisce a tutto questo il ‘popolo del malaffare’?
In molti, stanno tentando di sottrarre i loro patrimoni al fisco, dirottandoli verso paesi come la Svizzera, così come tanti altri pensano di sfuggire ai controlli vendendo auto e barche di lusso prima che entri in vigore il nuovo redditometro.
Tutto perfettamente inutile, l’Agenzia delle Entrate è in grado di controllare i movimenti bancari e chiederne spiegazioni, così come grazie alle cento voci di spesa previste dal nuovo redditometro potrà valutare il tenore di vita di ogni contribuente e tassarlo nella giusta misura, mentre la Guardia di Finanza, in virtù dei dati raccolti, potrà avere un quadro più chiaro in merito ai guadagni illeciti realizzati dal singolo cittadino.
Bene, questa pare finalmente l’Italia che cambia.
Ma per un’Italia che cambia, ce n’è anche una che non vuole cambiare. È l’Italia dei politici. Quella di una classe marcia e corrotta che non vuol saperne di rinunciare ai privilegi di una “Casta d’intoccabili”.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche per loro le buste paga di gennaio saranno più leggere visto che subiranno una decurtazione delle competenze loro spettanti, il cui taglio lordo oscilla tra i 1.250 e i 1.500 euro.
Si chiama Parlamento WikiLeaks la campagna di trasparenza avviata un anno fa dai radicali, che ha reso pubblici i dati sui costi dell’assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si è scoperto così che, mentre non viene garantita l’assistenza sanitaria gratuita ai cittadini, i deputati si avvalgono di un’assistenza sanitaria privata finanziata da Montecitorio, che copre i costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale.
Un privilegio che non riguarda solo i 630 onorevoli, ma, per volere dell’ex Presidente della Camera Pierferdinando Casini, è stato esteso anche ai loro 1109 familiari. Questi dati erano in precedenza coperti da segreto.
Costo nel 2010 dell’assistenza sanitaria integrativa dei deputati: 10milioni 117mila euro, di cui:
3milioni 92mila euro per spese odontoiatriche; 3milioni per ricoveri ed interventi; un milione per fisioterapia; 698mila euro per visite varie; 448mila euro per occhiali; 257mila euro per psicoterapie; 28mila euro per vene varicose.
Ma non tutti i numeri sull’assistenza privata sono stati desecretati. Gli importi spesi dal Fondi di Solidarietà sanitaria nell’ultimo triennio, non indicano i costi delle cure di Balneoterapia, Shatsuterapia, messaggio sportivo, ginnastica passiva, chirurgia plastica privata.
Questi conti, i Questori della Camera non li hanno voluti rendere noti.
Mentre ai cittadini si taglia l’assistenza sanitaria e sociale, è deprimente scoprire che alla “Casta” rimborsano anche i massaggi e interventi di chirurgia plastica privata.
Riguardo alla riduzione dello stipendio dei parlamentari, va ricordato come il Parlamento, con voto unanime, avesse aumentato lo stipendio di tutti i parlamentari di 1.135 euro al mese, facendo in modo che non risultasse nei verbali ufficiali. Questi gli emolumenti percepiti dai difensori dei nostri diritti:
Stipendio 19.150 euro al mese;
stipendio base 9.980 euro;
portaborse (quasi sempre un familiare o parente) 4.030 euro mensili;
rimborso spese affitto 2.900 euro al mese;
indennità di carica da 335 euro a 6.455 euro al mese.
Il tutto esentasse e senza calcolare tutti gli altri privilegi.
La sola Camera dei Deputati, costa agli italiani ben 2.215 euro al minuto.
Quanti Bertino Parisi devono essere legalmente uccisi, affinchè si possano mantenere i privilegi di taluni?
E quando stipendi e pensioni verranno ridotti; quando noi o i nostri congiunti non avremo l’assistenza sanitaria e altri servizi; ci ricorderemo di un popolo di ladri che non pagava le tasse, percepiva tangenti, godeva di privilegi etc?
O ci renderemo conto che chi non paga le tasse e chi ruba allo Stato, le tasse le sta facendo pagare a noi e i soldi li sta rubando dalle nostre tasche?
Sarà necessario arrivare a quell’ “omicidio di massa”, come lo aveva definito Libertino Parisi, o basterà il nuovo redditometro e l’incentivo a denunciare fatti illeciti, previsto dai piani anticorruzione con premi e anonimato per chi denuncia reati contro la pubblica amministrazione, applicando il sistema di rotazione per i funzionari che lavorano nei settori più a rischio e facendo rispettare nuove e vecchie incompatibilità?
Questo, oltre che dai cittadini, dipenderà molto anche da chi preposto ai controlli, come, nella fattispecie, dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate, che sembrano aver avviato un’intensa campagna di repressione dei fenomeni e di moralizzazione dei cittadini.
gjm
8 Responses to Vergogna! – Eutanasia di massa dallo Stato