Tra le misure a sostegno dell’occupazione, l’art. 8 del decreto-legge n. 138/2011 (“manovra economica bis”), ormai definitivamente approvato, ha introdotto un singolare meccanismo di regolazione delle materie inerenti l’organizzazione del lavoro.
Finora si era parlato di contratti aziendali, territoriali. Oggi, l’ uso del termine “contratto di prossimità ”esprime un cambio radicale dell’art.8.
Il contratto di prossimità potrebbe stabilire che il lavoratore che è stato licenziato ingiustamente anziché ottenere il reintegro, come è previsto ora, ottenga solo un risarcimento, inoltre l ’art. 8 si pone in contrasto con l’art. 39 della Costituzione, poiché attribuisce alle intese sindacali, concluse
attraverso i contratti collettivi di prossimità ,un’efficacia che gli attuali contratti collettivi non possono avere: vale a dire la capacità di produrre effetti vincolanti nei confronti di tutti i lavoratori appartenenti alle categorie cui il contratto collettivo si riferisce.
Secondo quella norma qualsiasi sindacalista locale, senza il consenso dei vertici, può derogare alla legge.
Questa nuova disciplina, suscita giustamente parecchie preoccupazioni nell’ambito sindacale.
Una disciplina “folle” presentata da un Governo, che ha voluto fare un regalo a Confindustria, stracciando quella che è la carta dei diritti del lavoro. Applicarla significherebbe iniziare una serie infinite di vertenze in quanto, qualsiasi norma del diritto del lavoro ha un aggancio nella Costituzione o nelle convenzioni internazionali.
Aldo Mucci
Ancora un’analisi realistica e chiara sui risvolti che questa manovra può produrre.I lavoratori non si toccano,semmai bisognerebbe incremetare il lavoro,non licenziando ma attivandosi a trovare soluzioni.L’opposizione in italia no fa altro che dire – berlusconi deve andare via – ma nessun programma di sviluppo per impedire a centinaia di giovani costretti ad emigrare.Che tristezza politica.
La nostra provincia è la prima in assoluto per disoccupazione.I nostri deputati non sono stati in grado di misurarsi con i problemi che ci affliggono.Cia mancava solo il licenziamento facile.Ma stiamo tranquilli da noi non avverra’mai,tanto con la disoccupazione che cè a chi licenziano? Povera Italia,povera Sicilia,povera Agrigento poveri (per modo di dire) i politici.
La politica non può arrogarsi il compito di DEVASTARE il mondo del lavoro.VERGOGNA