Sottoscrivono decine di associazioni, comitati e movimenti, e innumerevoli liberi cittadini
vedi sotto elenco parziale
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L’unica vera infrastruttura di cui ha urgentemente bisogno il Grande Salento sono i Grandi Boschi !!!
21 marzo 2011
All’Attenzione di
Commissione Europea e parlamentari europei
Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano
Governo Italiano
Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi
Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto
Ministro per le Politiche Agricole Forestali ed Alimentari, Giancarlo Galan
Ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo
Ministro per la Cultura, Sandro Bondi
Ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani
Ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli
Tutti gli altri ministri
Dipartimento della Protezione Civile
Corpo Forestale dello Stato
Parlamento Italiano, Camera dei Deputati e Senato
Tutti i deputati e senatori
Regione Puglia
Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola
Vice-presidente della Regione Puglia, Loredana Capone
Assessore all’Assetto del Territorio della Puglia, Angela Barbanente
Assessore alla Qualità Ambientale della Puglia, Lorenzo Nicastro
Assessore all’Agricoltura della Puglia, Dario Stefano
Assessore alle Infrastrutture e Opere Pubbliche della Puglia, Fabiano Amati
Tutti gli altri assessori e consiglieri della Puglia
Province del Grande Salento di Taranto, Lecce, Brindisi
Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone
Presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese
Presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido
Assessori e consiglieri delle tre province
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L’unica vera infrastruttura di cui ha urgentemente bisogno il Grande Salento sono i Grandi Boschi !!!
No ad altro asfalto e cemento:
le infrastrutture vere che più mancano al Grande Salento sono i “Grandi Boschi”!
Mentre alcuni politici parlano nel Grande Salento di altre infrastrutture ridondanti che rischiano di compromettere ancora altro territorio pugliese si leva l’appello preventivo dal mondo ambientalista del Grande Salento per indicare la strada della pacificazione e della crescita vera e virtuosa del territorio!
Contro anche le devastazioni intollerabili degli impianti industriali speculativi d’energia rinnovabile nelle campagne pugliesi: la richiesta perentoria per una mobilitazione e risposta forte dello Stato a repressione e bonifica degli scempi in corso e per la ricostruzione del vitale tessuto connettivo forestale e di naturalità oggi compromesso all’inverosimile e portato al livello massimo storico di degrado, ad un livello tale da costituire un’emergenza nazionale abbisognante del massimo e più urgente intervento risolutore dello Stato!
L’Onu proclama il 2011 Anno internazionale delle foreste: si RIFORESTI LA PUGLIA!
Chiediamo agli enti pubblici e autorità interpellate, dalla Comunità Europea, alla Presidenza della Repubblica e al Governo italiano, ed in particolar modo al Ministro salentino Raffaele Fitto e al presidente Antonio Gabellone della Provincia di Lecce, come a quelli delle Province di Brindisi, Massimo Ferrarese, e di Taranto, Gianni Florido, insieme al Presidente Nichi Vendola della Regione Puglia, di preoccuparsi dei problemi più gravosi e seri, delle vere infrastrutture vitali che mancano da decenni e decenni al Salento: I GRANDI BOSCHI !
Non altre strade e strade in territori vergini o che consumano altro suolo.
Sì, solo ad interventi infrastrutturali che migliorano infrastrutture esistenti.
Ma non si accetterà mai più il consumo di altro suolo integro, naturale e rurale, per nessuna altra infrastruttura fotocopia e ridondante in tutto il Grande Salento!
E’ il Grande Salento l’area con la maggiore percentuale di suolo cementificato ed asfaltato d’Italia, la zona dello Stivale, dell’intera Nazione isole incluse, con la minore percentuale di superficie boschiva.
Un territorio, peraltro, a grave rischio di desertificazione naturale, come segnalato dall’ONU, cui si aggiunge oggi quella artificiale, spaventosa, terrificante, del flagello del fotovoltaico nei campi!
Ed il Grande Salento era invece, fino a non molti decenti or sono, terra di boschi e foreste immense e pittoresche, nel leccese, nel tarantino e nel brindisino!
Se oggi ciò non è più così, se il vitale tessuto connettivo forestale di questa terra è stato depauperato all’inverosimile, non si deve ai cosiddetti “cambiamenti climatici” o a qualche altro effetto naturale, ma solo e soltanto all’azione devastatrice dell’uomo, alla barbarie del fuoco doloso e della scure indiscriminata, all’ iper-infrastrutturazione, all’iper-sfruttamento del territorio, alle esigenze voraci dell’industria e dell’industrializzazione selvaggia, alla mala politica, alla speculazione, all’avidità di denaro facile, alla colonizzazione e svendita del Salento!
Questa è un EMERGENZA, e deve essere la priorità politico-amministrativa delle tre province! Del Grande Salento!
La vera prioritaria infrastruttura veramente vitale che manca a noi salentini è quella dei vasti boschi pubblici e privati, della riforestazione del Grande Salento!
L’unica sulla quale nessun cittadino in buona fede, o sano di mente, avrà mai nulla da eccepirvi contro! Un’infrastruttura la cui ricostruzione, attraverso un massiccio intervento statale, costituisce un fattore strategico di sviluppo e di benessere autentico per il sud della Puglia, nonché una notevole occasione di impiego e lavoro per numerosissimi giovani ed imprese locali.
L’assenza dei naturali boschi nel Grande Salento è causa di dissesto idrogeologico, di cambiamenti microclimatici locali, di diminuzione della fertilità dei suoli, di interruzione di una naturale rigenerazione-purificazione dell’aria dall’inquinamento, di diminuzione della piovosità, di impoverimento della biodiversità (cui l’ ONU ha dedicato il trascorso anno 2010!), di crisi del settore zootecnico d’eccellenza e qualità, di scomparsa delle produzioni silvicole, ecc. ecc. E’ un danno al paesaggio, all’economia e alla salubrità del territorio salentino inimmaginabile ed inquantificato!
Un “imperativo categorico” irrinunciabile e non più procrastinabile del nostro territorio e della sua gestione ed amministrazione, è quello della “Riforestazione” e “Rinaturalizzazione” con essenze autoctone e reintroduzione delle specie botaniche recentemente scomparse, a seconda dei casi previa “Bonifica” dei luoghi! Un imperativo che, come, con stupore, ognuno di noi può notare, è scomparso dall’agenda politica da decenni, mentre in passato era tra le principali priorità politiche della nostra terra; scomparso dall’agenda di tutti i partiti, scomparso dal mondo dell’informazione; scomparso dalla nostra memoria … ma gli ambientalisti veri del Grande Salento, i naturalisti salentini, non se ne sono dimenticati, ed oggi, contro la famelica antropofaga foga speculativa che domina quasi ogni atto amministrativo e ogni trama partitica, vogliono e chiedono, con forza e determinazione, di riportare nella prima pagina dell’agenda di ogni istituzione territoriale e di ogni partito, che voglia ancora sperare nella “credibilità” agli occhi dei cittadini, il più grande dei bisogni di questa terra: i Grandi Boschi pubblici e l’incentivazione massima dei rimboschimenti dei suoli dei privati!
Oreste Caroppo
Specifiche richieste conclusive:
All’attenzione della Commissione Europea: a partire dalla costituzione della Banca Mondiale a Washington (accordi di Bretton Wood) uno dei primi obiettivi fu quello di riportare ricchezza nelle regioni meridionali italiane, greche, ungheresi, bulgare, al fine di garantire benessere diffuso e serenità sociale; tra le strategie per conseguire questo scopo, uno dei progetti più importanti prevedeva proprio la riforestazione del Salento, mediante la piantumazione massiccia di piante autoctone, ma non fu mai portato a termine! Il paradosso è che se ogni giorno sul Financial Times o sul The Guardian si parla di riforestazione inglese per combattere il “climate change”, non si riesce a capire come sia possibile che gli amministratori salentini ignorino del tutto l’argomento. Non un solo convegno è stato organizzato, ad esempio, dagli enti istituzionali per illustrare gli incentivi pubblici, esistenti, anche alla luce del Protocollo di Kyoto, per quei proprietari terrieri che volessero rimboschire o rinaturalizzare i terreni di loro proprietà, mentre la politica locale ha al contrario favorito un processo innaturale e aberrante di industrializzazione all’energia rinnovabile, eolica e fotovoltaica, dei terreni agricoli, che ha generato una speculazione da Green Economy Industriale, dagli effetti devastanti, sia dal punto di vista ambientale, sia della legalità, insostenibile economicamente ed ecologicamente, portando a forme vere e proprie di neo-colonialismo, con l’arrivo nel Salento di multinazionali e ditte da ogni parte del globo interessate ai lauti incentivi pubblici disponibili per queste produzioni d’energia. Una speculazione, in un mercato drogato di rapina, che deve essere fermata, bonificando i terreni così ignominosamente alterati, e favorendo invece l’ubicazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici a favore dell’autoproduzione ed autoconsumo dell’energia elettrica da fonte rinnovabile da parte degli utenti; il modello della micro-generazione diffusa dell’energia rinnovabile a impatto veramente zero, contro il modello accentrato e monopolistico industriale che tanti danni ha causato al territorio.
La riforestazione del Salento ha poi anche un valore storico-sociale, nonché economico, di riscatto del meridione, per superare la retorica della cosiddetta “questione meridionale”, ponendo fine alla corsa vacua volta al raggiungimento da parte del Sud Italia di standard propri di altre realtà, ma che non appartengono e non devono appartenere al Sud, connotato da altri e differenti fulcri economici e peculiarità. In tale contesto la “riforestazione”, nella forma moderna “partecipata e razionale” qui prospettata, ha in sé anche un imperativo di riscatto anticoloniale, dato che fu dopo l’Unità d’Italia, inizi seconda metà del ‘800, che le foreste salentine subirono la definitiva accelerata volta alla loro quasi totale distruzione, al fine di fornire legno e carbone per le esigenze di “sviluppo vorace” di altre realtà extra-meridionali, con la conseguente rottura definitiva degli equilibri millenari uomo-natura evolutisi nel Salento e il passaggio verso economie agricole da vero e proprio territorio colonizzato, pur se appartenente alla stessa nazione, aspetto quest’ultimo che ne ha stemperato l’intrinseca conseguente miseria, drammaticità e dipendenza forte da dinamiche e volontà esterne, un’economia decapitata di ogni auto-determinazione locale, che oggi è invece necessario favorire.
Richiesta specifica al Governo Italiano: al Governo si chiede di orientare in Puglia, ed in particolare nel Salento, nel sud deforestato barbaramente della regione, quei progetti di piantumazione di migliaia di alberi, promessi dal Presidente del Consiglio all’Italia nel marzo 2010, che parlò del progetto di piantumazione in tutt’Italia di ben 100 milioni di alberi, ma in merito al quale ancora nessun decreto attuativo è stato varato. Chiediamo che il Governo inizi quest’opera, tanto strategica per il bene del paese quanto virtuosa, dal Grande Salento, la terra più bisognosa di alberi di tutta la nostra Nazione. Ovviamente non comprando alberi ovunque e piantandoli in Salento, ma creando dei vivai o sfruttando quelli già esistenti pubblici (del Settore Foreste regionale e del Corpo Forestale dello Stato) e privati, per procurare il germoplasma dalle essenze forestali autoctone presenti nella Regione Puglia, ricorrendo per essenze del tutto scomparse in loco al massimo a regioni peninsulari sempre del meridione d’Italia. Coinvolgendo anche le aziende agricole locali in questa operazione che deve essere si statale, pubblica, ma “partecipata” da tutti gli enti pubblici e privati locali, come degli enti scientifici e agronomici del territorio, e in ultimo, ma non per ultimo, da tutti i cittadini!
Richiesta specifica alla Regione Puglia: alla Regione Puglia si richiede che la maggior parte dei progetti e dei finanziamenti che saranno elargiti in seno al nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale siano indirizzati proprio verso quelle idee progettuali volte alla rinaturalizzazione-bonifica del territorio e alla riforestazione razionale della Puglia, e non dispersi in speculativi progetti spesso connotati dal vuoto e vacuo concetto di “fruizione”, o mera “valorizzazione” di beni già esistenti, che finiscono talvolta per creare più danni che benefici a beni ambientali già esistenti, mentre i beni ambientali devono essere incrementati proprio a partire da quelli esistenti, da considerarsi come banche ecologiche genetiche da cui partire! Così come, i PSR, i Piani di Sviluppo Rurale devono promuovere e privilegiare quei progetti che prevedono il recupero di colture, cultivar e varietà zootecniche locali, o comunque tipiche del meridione d’Italia, e le filosofie di pratica agricola ispirate dalla massima salubrità e rientranti nella grande famiglia del cosiddetto “biologico”. Interventi da accompagnare con azioni di make-up paesaggistico, incentivato laddove possibile e comunque promosso, volto a favorire le architetture che riprendono tecniche, materiali, forme e stili tipici della ruralità locale, il restauro dell’esistente, ed il rifacimento dei muretti a secco, in sostituzione, previa demolizione e bonifica, dei muretti in cemento che deturpano da alcuni anni in accettabilmente il volto della terra Salentina. Nella Provincia di Lecce poi, tutti questi interventi e nuovi approcci alla gestione del territorio regionale bene si sposano con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato nel marzo 2008, che definisce il Salento come parco naturale e culturale, in un mosaico costituito dai suoi molteplici comuni, interconnessi dalla rete di ruralità e naturalità del paesaggio salentino!
Nota conclusiva:
Per il Salento una nuova “Riforestazione Razionale e Partecipata”
Il concetto di “riforestazione razionale”. Quella che si richiede per il Salento è una “riforestazione razionale”, cioè un rimboschimento realizzato in maniera razionale per ricostruire l’antico ecosistema e l’originario paesaggio, ma intendendo l’elemento “bosco”, “foresta”, in termini di ricostruzione del tessuto connettivo naturale in cui si inseriscono tutte le attività umane a cominciare da quelle agricolo-pastorali, nella ricerca di un equilibrio nuovo e perfetto, senza che l’elemento bosco sia visto come in un aut-aut con l’agricoltura, o con la presenza urbana. Motivo per cui, se è vero che si devono realizzare grandi estensioni di bosco, di macchia, “interventi massivi” per così dire, sia pubblici, che privati incentivati, è pur vero che si devono favorire parallelamente “interventi dolci”, apparentemente minimali, in collaborazione con i privati, ma di grande valore ecologico e paesaggistico, come la piantumazione delle essenze forestali autoctone lungo i margini dei coltivi, e lungo le rive dei canali, come un tempo, in modo che ogni agricoltore destini fasce, alberature, porzioni dei suoi terreni al bosco, al boschetto, di cui diventa curatore e fruitore. Tanti i vantaggi economico-produttivi connessi: le possibilità infinite di economia silvicola, dall’allevamento animale, all’incremento delle specie animali selvatiche, a produzioni come il sughero, dalla Quercia da sughero salentina, alla dolce manna dal Frassino orno salentino, al legno con i cedui, ai tartufi e funghi, come i porcini, con la piantumazione di querce ed altre piante micorrizate, ecc. ecc., produzioni che si affiancano a quelle agricole tradizionali, ma con il valore aggiunto della ricostruzione dell’elemento paesaggio naturale-locale, sinonimo di salubrità, cultura e storica, che aumenta il valore stesso dei prodotti della terra, favorendo al contempo l’attrattività agrituristica e l’appeal turistico del territorio. Un processo guidato da agronomi, dottori forestali e biologi, che si avvale dello studio della paleobotanica, della geologia, della pedologia ed idrologia dei luoghi per la scelta delle essenze ed il recupero del germoplasma.
Una riforestazione dove lo stesso elemento uliveto viene gestito e concepito come costituente della foresta salentina; dove alla riforestazione partecipano anche le città, e i tanti paesi del Salento con le loro alberature urbane ed extraurbane, con i boschi periferici volti alla rottura della cesura, oggi spesso esistente e forte, tra città e campagna, rendendo il passaggio tra queste due realtà graduale e gradevole al contempo. Dove prati umidi e rocciosi, laghi e ruscelli, campi coltivati, frutteti e vigneti, sono elementi di fondamentale importanza, che si innestano perfettamente in questo tessuto connettivo vitale che chiamiamo “foresta”, e di cui sono parti integranti essi stessi. Un tessuto connettivo che diffonde benessere e salubrità, vita, e che è ammortizzatore degli squilibri e fonte di armonizzazione dell’intero organismo territorio. In quest’ottica la “riforestazione” si svincola dal mero confino delle aree parco, zone protette, oasi, ma includendo queste, attraverso la modalità definita “dolce” del rimboschimento, delle piantumazioni arboree e arbustive, si estende ad ogni area della terraferma, ai margini delle strade, alle aree urbane, alle zone agricole e di naturalità, fin dentro le aree industriali, artigianali, produttive e di servizi.
Testi di Oreste Caroppo
Sottoscrivono la seguente richiesta e lettera aperta:
– Forum Ambiente Salute – Gruppo apartitico d’azione locale a difesa dell’ambiente salentino – sede principale Lecce
– Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadini – sede principale Maglie, rete coordinativa apartitica di oltre 40 associazioni, comitati e movimenti, locali e non, di impegno ambientalista, medico, culturale e sociale ed istituti di ricerca scientifica
– Save Salento – Salviamo il Salento
– Comitato Parchi Nazionali – istituito nel 1977 all’Orto Botanico di Roma
– Centro Studi Ecologici Appenninici-Sezione Alberi Sacri
– Associazione Patriarchi della Natura in Italia – sede Forlì
– WWF – Martina Franca
– Nuova Messapia – sede principale Soleto (Le)
– Respiro Verde, Lega per la difesa degli alberi – sede Roma
– Movimento per La Rinascita del Salento
– Associazione Arneotrek – trekking & outdoor
– Associazione Capo di Leuca Rurale
– Associazione Masserie Didattiche Grande Salento
– Fiab IL CICLONE onlus – Associazione CicloAttivi Maglie
– I Dialoghi di Noha – Galatina
– GenerAzione – Cursi
– Puglialovers – Innamorati della Puglia
– Studio Ambientale Avanguardie – escursioni, visite guidate e trekking nel Salento
– Associazione di volontariato “Gaia” – Corsano
– Forum Amici del Territorio di Cutrofiano
– CulturAmbiente – Lecce
– Associazione culturale NOn siaMO FAtti di ZUcchero NOMOFAZU’ – Lecce
– Argonauti.org – La Natura del Sud Italia
– Comitato per il Rimboschimento di TA (CO.RI.TA.)
– Grilli Salentini aps – associazione promozione sociale
– Meet-up Salentini Uniti con Beppe Grillo – Lecce
– Agriturismo Masseria Gianferrante
– Biomasseria Santa Lucia – Macurano (Lecce)
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– numerosissimi liberi cittadini che hanno chiesto spontaneamente di sottoscrivere questa richiesta, ma qui ci si è limitati per motivi di spazio a riportare un elenco parziale dei nomi delle associazioni sottoscriventi.
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Info:
Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino
rete coordinativa d’azione di oltre 40 associazioni, comitati e movimenti locali e non, ambientalisti, culturali e socio-assistenziali
sede c/o Tribunale Diritti del Malato – CittadinanzAttiva
Contatti: Tribunale Diritti del Malato
c/o Ospedale di Maglie “M.Tamborino”
Via N. Ferramosca 73024 Maglie (LECCE)
Tel./fax 0836/420777
E-mail: coordinamento.civico@libero.it , coordinamentocivico@yahoo.it ,
Referente per il Coordinamento Civico e curatore dell’iniziativa lanciata
Oreste Caroppo
e-mail: orestecaroppo@yahoo.it
Salve,
questo e’ il problema nodale del nostro tempo, dobbiamo ristabilire l’equilibrio fra noi e l’ambiente forestale dei nostri territori martoriati per rendere il pianeta florido e capace di sostenere il nostro stesso sviluppo.
Grazie.
Salviamo e ricostituiamo i boschi d’Italia !
Anna Di Maio
BISOGNA PROTEGGERE I NOSTRI BOSCHI SECOLARI
Se si continua con la deturpazione del territorio non avremo più nulla di cui vantarci.
Sottoscrivo l’appello.
Lo sviluppo economico dell’ultimo secolo dei paesi occidentali basato sul consumo irresponsabile delle risorse naturale non è più sostenibile.
Quando milioni di asiatici raggiungeranno i livelli di consumo dei loro fratelli occidentali, probabilmente avremo già superato il punto di non-ritorno. I prossimi conflitti geo-politici si combatteranno in nome dell’ultimo giacimento di petrolio e dell’ultima riserva di acqua.
La green-economy continua a rimanere chiusa nei circoli accademici.
Abbiamo inventato un sistema di scambio dei diritti di emissione – cap and trade – dove è più conveniente non investire in “tecnologia pulita” ma vendere i diritti a chi continua ad inquinare.
I bio-combustibili alzano il prezzo dei generi di prima necessita (dando il colpo di grazia ai poveri del pianeta) ed impoveriscono con monocolture i suoli.
Quante pale eoliche possiamo continuare a piantare?
La riforestazione non interessa solo la Puglia, ma tutti noi.
Lavoro e Natura sono amanti da sempre. Lavoro e capitale non si sono mai amati, si sono sopportati l’uno con l’altro.
Ma questo uomo, così avido, ha anche compiuto nella storia passi da gigante Mai smettere di lottare e sperare!
Alfonso Albano