Il consigliere comunale Peppe Arnone dopo il suo intervento durante il congresso provinciale dell’Anpi di ieri pomeriggio si è allontanato per molto tempo ed è tornato solo quando da alcuni minuti il segretario nazionale dell’Anpi Luciano Guerzoni aveva già preso la parola e stava svolgendo le sue conclusioni. Voglio pertanto pensare che sia in buona fede quando sostiene che l’espressione usata dal presidente “abbiamo sentito un singolare intervento” fosse indirizzata a me. Tutti i presenti hanno invece chiaramente compreso che il riferimento era piuttosto all’intervento del consigliere Arnone. Tra l’altro, circa la nomina di Angelo Lauricella a presidente provinciale dell’Anpi su cui Arnone ha dissentito, lo stesso segretario Guerzoni ha sottolineato: “A casa nostra decidiamo noi”. Infine ancora riguardo all’intervento di Arnone, il segretario Guerzoni ha anche detto che non avrebbe replicato perché già altri (e cioè il sottoscritto, che è stato l’unico a replicare ad Arnone) avevano ben espresso il suo pensiero. Chi ha seguito per interno l’intervento del segretario Guerzoni sa che le cose stanno esattamente così.
Se invece Arnone non è in buona fede, allora non mi resta che pensare che il suo modo di raccontare quanto è accaduto è praticamente simile a quello dei giornali italiani sotto il fascismo durante la guerra: quando le nostre truppe venivano sconfitte e si ritiravano, raccontavano di strepitose vittorie o in ogni caso si ritirate strategiche. Ma alla fine sappiamo tutti come è andata. Così come sappiamo come sono andate le cose riguardo a tutte quelle questioni e persone che oggi i tribunali hanno assolto totalmente, rigettando tutte le illazioni di Arnone. Ma l’ambientalista continua a scrivere (come facevano i suddetti giornali) che lui sta vincendo su tutti i fronti. Qualcuno lo informi, per piacere, che la guerra è finita e lui ha perso. Rischia altrimenti di fare la fine di un famoso soldato giapponese, rimasto da solo in una giungla ad aspettare i nemici, credendo di essere ancora in guerra.
Inoltre nel corso dell’intervento che ho svolto durante il congresso dell’Anpi come semplice cittadino antifascista. non ho detto che “Arnone è peggio dei fascisti”: non so chi gli abbia riferito ciò o dove abbia letto questa cosa. Se avessi espresso un simile giudizio, non mi tirerei indietro. Già una volta, quando mi ha impedito durante una conferenza stampa di fare veder il video sul mare inquinato a causa dei versamenti dai pennelli ( cosa poi risultata vera, tanto che Girgenti Acque è intervenuta), ho detto che da ragazzo neppure i fascisti e gli extraparlamentari di sinistra mi avevano mai impedito di intervenire. Pertanto se avrò voglia di dire che “Arnone è peggio dei fascisti”, stia tranquillo il consigliere, lo dirò. Ma durante il congresso dell’Anpi non l’ho detto. E’ vero invece che ho detto che Arnone non meriterebbe a mio parere né la tessera del Pd né quella dell’Anpi perché credo che non abbia nulla a che fare oggi con la storia della sinistra agrigentina e con quella dei partigiani. Ho illustrato le mie ragioni durante l’intervento e a riprenderle adesso, rischio di essere prolisso. Ma alcune di queste ragioni le ho viste condivise intanto dal tribunale che ha rigettato i ricorsi dell’ambientalista, per cui oggi il consigliere comunale non ha la tessera del Pd. Aggiungo, infine ( anche per farlo sapere allo stesso Arnone, che non ha ascoltato il mio intervento), che ho invitato il segretario provinciale del Pd Emilio Messana a stabilire se Arnone ha diritto o meno di riportare il simbolo del Pd nei suoi comunicati e l’ho invitato a fare chiarezza, anche rompendo con le logiche interne al Pd, dove, a mio avviso, non si riescono a prendere serie decisioni su questa vicenda più per il formale rispetto di delicati equilibri tra componenti, che non per amore e per il coraggio di affermare la verità.
Elio Di Bella
Più nessuno lo ascolta e più Arnone continua a blaterare, e più lui blatera più ancora nessuno lo ascolta, e più nessuno continua ad ascoltarlo, più lui………
Potremmo continuare all’infinito come un disco rotto, se volessimo seguire “il metodo Arnone”, ma preferiamo lasciarlo al suo triste destino, in modo che di rotto rimanga solo il suo disco e non tutti i nostri c………i.
L’articolo di Di Bella è molto puntuale e corretto, mette in evidenza la pochezza del personaggio Arnone sottolineandone l’inconsistenza umana e politica. Vi è un solo errore nella valutazione,si definisce Arnone “ambientalista”. Ad Arnone ed a molti suoi amici l’ambiente e la natura non è mai interessata è stata solo un mezzo per mettersi in evidenza e per raggiungere risultati politici.
Arnone ha una caratteristica che chi ama la natura non può avere : La CATTIVERIA.
……….. e vorrebbe fare il sindaco di Agrigento! Su ogni cosa deve essere al centro dell’attenzione. Ma ultimamente accumula solo sconfitte. Ha perso, da molto tempo, di credibilità. Sarebbe corretto se tornando in Emilia o parlando con Veltroni, Lumia, Lupo, e i vari leader che ha incontrato all’assemblea nazionale del PD, oppure scrivendo a Bersani dicesse che i due sindaci indagati per mafia sono stati, forse tutti e due, assolti e quindi si era sbagliato. Non ci vuole molto ad avere un atto di umiltà e dire: MI SONO SBAGLIATO.