I giudici della seconda sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta da Antonio Esposito, confermano la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e violazione del segreto istruttorio nell’ambito del processo “talpe alla Dda”.
La sentenza della Cassazione rende definitiva la condanna a sette anni di reclusione nei confronti di Cuffaro, ex governatore della Sicilia ed oggi senatore del Pid (Popolari Italia Domani).
Entro il termine di cinque giorni a Cuffaro sarà notificato l’estratto della sentenza, che porterebbe l’ex governatore in carcere, salvo che lo stesso non decida di costituirsi spontaneamente prima dello scadere del termine dei cinque giorni.
Per l’avvocato Oreste Domignoni, difensore di Cuffaro in Cassazione insieme a Nino Mormino si tratta di ”una sentenza che desta stupore e rammarico anche perché, ieri, la Procura della Cassazione, con una richiesta molto argomentata, aveva chiesto l’annullamento dell’aggravante mafiosa per l’episodio di favoreggiamento ad Aiello, richiesta che se accolta avrebbe sgonfiato del tutto la condanna”.
Cuffaro deve anche rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa in un altro processo.
L’ex Governatore le ore precedenti la sentenza le passate raccolto in preghiera nella Chiesa della Minerva.
Cuffaro si era dimesso dinanzi all’Ars dalla carica di presidente delle Regione Siciliana, dopo la condanna in primo grado a 5 anni ed all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio.
Raffaele Lombardo, successore di Cuffaro alla Presidenza della Regione Siciliana, durante la seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana del 13 aprile 2010 ha denunciato un patto tra l’ex governatore e alcuni ambienti mafiosi per la costruzione di quattro termovalorizzatori in Sicilia.
Il nome di Cuffaro compare nel registro degli indagati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locale.
Con gli elementi raccolti, gli inquirenti ritengono che, attraverso Antonio Borzacchelli e Miceli (precedentemente assessore UDC al Comune di Palermo, legato a Cuffaro) e grazie alle talpe presenti nella Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Cuffaro abbia informato Giuseppe Guttadauro, boss mafioso ma anche collega medico di Miceli all’Ospedale Civico di Palermo, e Michele Aiello, importante imprenditore siciliano nel settore della sanità, indagato per associazione mafiosa, di notizie riservate legate alle indagini in corso che li vede coinvolti.
Da quel momento in poi, inizia la parabola discendente dell’ex Governatore della Sicilia, che dopo la sentenza di oggi dovrà andare in carcere.
Gian J. Morici
ho incontrato Cuffaro , casualmente, vicino alla sua abitazione romana zona Panteon, per strada. Io ero a Roma per motivi istituzionali . Lunedi’ sera 18 gennaio , appunto in strada mentre passeggiavo da solo , ho visto Cuffaro anche lui da solo . L’ho salutato , lui gentilmente mi ha dato la mano , e molto preoccupato (giustamente..) mi ha detto che attendeva la sentenza (arrivata oggi ..) Gli ho detto che , gli auguravo sinceramente che tutto andasse per il meglio, ribadendo la solidarieta’ umana . Ci siamo salutati e lasciati… Adesso , francamente , quello che mi ha colpito, e che oggi di piu’ capisco , è la grande dignita’ che Cuffaro ha dimostrato in questo dramma umano , che chiunque vivrebbe con feroce rabbia ( al di la’ se colpevoli o innocenti..) . Per questo lo penso e lo rispetto molto. Io , lo sanno tutti sono sempre stato radicalmente antidemocristiano per le responsabilita’ politiche che costoro hanno nei confronti della Sicilia . E sono convinto che chiunque sbagli debba pagare , perche ‘ l’impunita’ sta portando la sicilia al disastro. Concludo , con l’augurio che la giustizia possa col tempo arrivare a bloccare tanti farabutti che sono liberi, alcuni anche con ruoli istituzionali in sicilia di primissimo piano , e che rispetto a cuffaro dimostrano dignita’ zero .
roberto gallo consigliere provinciale de la Destra