Mafia, intimidazioni, omicidi, estorsioni, argomenti da sempre evitati con i ragazzi.
A rompere il tabù, Antonio Nicaso, autore di diversi bestseller sulla criminalità organizzata, che sta presentando nelle scuole e università italiane il suo nuovo libro, La mafia spiegata ai ragazzi.
Nicaso, 46 anni, è nato e cresciuto a Caulonia in Calabria. Giornalista, scrittore, ricercatore e consulente, è ritenuto uno dei massimi esperti di ‘Ndrangheta a livello internazionale.
Tiene corsi estivi di storia della questione meridionale e storia delle organizzazioni criminali per post laureati al Middlebury College (Vermont, USA).
Quando era ancora un bambino, il padre di un suo compagno di classe venne assassinato.
Il padre del ragazzo era stato ucciso perché si rifiutava di comprare acciaio da aziende imposte dalla ‘Ndrangheta.
“Questo incidente mi ha cambiato la vita – ricorda Nicaso – e per la prima volta, ho visto con i miei occhi come la mafia può nuocere a qualcuno. Ho iniziato molto giovane come cronista di nera in Sicilia e Calabria. Questo è ora il mio ventesimo libro, ma è la prima volta che sto dentro un target adatto ai ragazzi.”
Nicaso, ha così voluto rompere un tabù nazionale, qual è quello di evitare di parlare di mafia ai ragazzi, affinchè i giovani capiscano che la lotta contro la mafia non è qualcosa relativo all’ordine pubblico. Non si può combattere solo con polizia e magistrati. È una lotta che coinvolge tutti.
“Non è solo un fenomeno criminale, è un fenomeno culturale – ha affermato Nicaso – Ecco perché è importante parlarne in famiglia e a scuola”.
Il libro – un correttivo per l’immagine glamour degli “uomini d’onore” ritratti in film come Il padrino – inizia con: “Quando ero un bambino, non si parlava di mafia”.
Un libro che partendo dai cenni storici sulle origini della mafia in Sicilia, arriva ai giorni nostri che vedono ragazzi sempre più giovani entrare nel mondo della criminalità organizzata.
Ragazzi, che già a quattordici anni vengono arruolati dalle cosche e il cui futuro è inevitabilmente quello di diventare belve sanguinarie che, nella maggior parte dei casi, finiranno ben presto uccisi o a passare il resto dei loro giorni in una cella.
Parlare di mafia, significa combattere la mafia. E per combattere la mafia come fenomeno culturale, non si è mai troppo giovani…
Gian J. Morici