“Dietro ogni fenomeno di aggressione criminale all’ambiente si nasconde un interesse illecito dell’”ecomafia”, soprattutto nella gestione dei rifiuti e nella depurazione delle acque, che occorre contrastare con una rafforzata collaborazione fra Agenzie preposte, forze dell’ordine e Autorità Giudiziaria”.
Lo afferma l’europarlamentare Salvatore Iacolino a margine del convegno promosso dall’ Arpa Sicilia dal titolo “Cooperazione giudiziaria e tutela dell’ambiente in Europa”, svoltosi oggi a Palermo nell’ambito delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del Direttore Generale di ARPA Sicilia, Sergio Marino, del presidente dell’Enac, Vito Riggio, del Gup presso il Tribunale di Palermo, Daniela Troja, del Procuratore Aggiunto di Palermo, Ignazio De Francisci, dell’avvocato Enzo Barone e di alcune scolaresche.
“L’azione dell’UE – continua Iacolino – é ispirata ai principi di precauzione e azione preventiva, nonché al principio “chi inquina paga”. A oggi ci sono circa 200 direttive ambientali in vigore ma ci sono anche 451 procedure d’infrazione in corso per la mancata o, in molti casi, parziale e insufficiente applicazione del dettato comunitario ed è questo un trend negativo che va interrotto. Nel Programma di Lavoro 2011 della Commissione Europea, adottato lo scorso 27 ottobre, l’obiettivo è che entro la fine dell’anno tutti gli Stati membri possano recepire la direttiva del 2008 sulla tutela penale dell’ambiente che estende le responsabilità penali alle aziende in caso di violazioni che riguardano principalmente la gestione dei rifiuti, delle risorse idriche, e la qualità dell’aria”.
“E’auspicabile, tuttavia, – conclude Iacolino – una più efficace risposta – nel pubblico quanto nel privato – per vincere la scommessa dello sviluppo sostenibile in Italia ed in Europa garantendo la fruizione delle risorse naturali attraverso una solidarietà intergenerazionale che punti sulla formazione dei giovani rispettosa dell’ambiente”.