“La Repubblica” del 29 ottobre ha dedicato le prime sette pagine interamente al bunga-bunga di Berlusconi e neppure un solo rigo alla notizia di questi giorni che la mafia ha messo le mani sul rigassificatore di P.Empedocle, al confine con la Valle dei Templi di Agrigento, come è stato accertato dopo la cattura del capo mafia di P.Empedocle, Gerlandino Messina, nel cui covo sono stati trovati alcuni “pizzini” che dimostrano gli interessi di Cosa Nostra per il business del gas rigassificato.
La stessa cosa hanno fatto quasi tutti gli altri quotidiani, ma per i giornalisti de “la Repubblica” l’argomento rigassificatore “Valle dei Templi” è tabù forse perché l’ing. Carlo De Benedetti ha interessi, con la sua Sorgenia, nel rigassificatore di Gioia Tauro, anche questo sotto la lente di ingrandimento della Dda di Reggio Calabria.
“La Repubblica”, inoltre, ha dato grande risalto alla panzana del governatore siciliano Raffaele Lombardo, che ha chiesto la secessione dal resto d’Italia, ma si è guardata bene dal rilevare come mai il nostro governatore, che ormai tutti chiamano “don Arraffaele” per la sua attitudine a occupare tutte le posizioni di governo e di sottogoverno con propri fedelissimi clientes, stia facendo la guerra al rigassificatore di Priolo, zona privilegiata del suo elettorato, mentre ha calato le brache per il rigassificatore “Valle dei Templi”, che dovrà essere realizzato da Enel.
Questa contraddizione non l’ha rimarcata neppure il giornalista Roberto Di Caro nell’intervista a Lombardo su “l’Espresso” del 28 ottobre, ingoiando senza fiatare le patetiche spiegazioni di don Arraffaele.
E gli inciucisti siciliani del Pd cosa fanno? Applaudono l’alleato “don Arraffaele”, che spara panzane grosse quanto una casa quando invoca la secessione, e sono conniventi con la sue contraddizioni sui rigassificatori per cui dice no a quello di Priolo, a casa sua, .mentre dà l’ok per quello “Valle dei Templi” con incredibili motivazioni che lasciano letteralmente di stucco. D’altra parte i “compagni” di casa nostra Capodicasa, Lumia, Lupo, eccetera sono in linea con Pierluigi Bersani che invoca le dimissioni di Berlusconi per il bunga-bunga ma che è lontano mille miglia dal farlo per rigassificatori e centrali nucleari tanto cari a Confindustria e al suo esponente di spicco Roberto Colannino, eletto (pardon nominato) parlamentare del Pd.
Questa è materia che “scotta” per il “compagno” Pierluigi, come per gli ex margheritini Letta e Franceschini che sognano già di coalizzarsi con Casini, il vero deus ex machina di rigassificatori e centrali nucleari. Quindi “mutu cu sapi ‘u iocu”…
Gaetano Gaziano