“Esprimiamo totale contrarietà all’ipotesi di una eventuale sanatoria degli abusi di fascia costiera, finalizzata a risanare parzialmente le disastrate casse della Regione. Siamo contrari – dichiara Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia – perché, di fatto, le sanatorie non hanno mai risolto i problemi di bilancio, mentre hanno avuto effetti disastrosi sul territorio, creando una recrudescenza degli abusi. L’idea di cui si è parlato sulla stampa e proposta dagli uffici regionali, replica pedissequamente la norma proposta da Bartolo Pellegrino e Totò Cuffaro agli inizi del 2000. Operazione che abortì davanti all’evidenza che, a fronte del condono, non ci sarebbero stati i fondi necessari per la riqualificazione dei territori interessati dall’abusivismo, come correttamente dovette ammettere, in audizione parlamentare, l’allora direttore dell’assessorato Scimemi, da noi sollecitato. L’effetto immediato di quella normativa sarebbe stato solo il condono per i 15 mila abusi distribuiti lungo le coste siciliane. Infatti, per riqualificare i quartieri abusivi, dentro la fascia dei 150 metri, si sarebbero impegnate talmente tante di quelle risorse pubbliche che ci sarebbero voluti 50/60 anni per le necessarie opere di urbanizzazione. Le sanatorie sono, quindi, tutt’altro che convenienti economicamente, perché a fronte di un’entrata una tantum, di solito inferiore alle stime inserite in bilancio, comportano, negli anni, un esborso di fondi pubblici superiore a quanto incassato. L’effetto sociale ed ambientale è, inoltre, devastante, soprattutto quando riguarda territori oggetti di un vincolo che si è rivelato estremamente utile. Le coste siciliane, infatti, sono state interessate dall’abusivismo molto meno degli altri territori non vincolati. L’impossibilità di condonare gli immobili in quelle aree, sancita dalla sanatoria dell’85, ha, di fatto, bloccato il fenomeno. Ci auguriamo davvero – conclude Fontana – che, come ha dichiarato l’assessore Armao, il Governo non intenda prendere in considerazione la sanatoria e che la maggioranza che lo sostiene sia conseguente, perché se uno dei primi atti di un Governo che si definisce riformatore fosse una sanatoria, ci sarebbe davvero di che preoccuparsi ”.
3 thoughts on “Legambiente contraria all’eventuale sanatoria degli abusi di fascia costiera”
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Ma perche’ mimmo FONTNA non si occupa della riserva di MACALUBE anziche’occuparsi di una eventuale sanatoria edilizia ?
giuseppe
Quando le persone circa trenta anni fà hanno iniziato la costruzione abusiva della propria prima casa (abusivismo di necessità) non certo sapevano che si potesse tenere irrisolto per così tanti anni un problema così importante come la costruzione dell’unica casa di abitazione anche se malauguratamente il terreno di proprietà ricadesse in una zona vincolata.A questo si aggiunge che per non si sà quale motivo i comuni hanno pure dato una interpretazione restrittiva e particolare alla legge applicandola a modo loro sulle coste rocciose alte rispetto alla battigia dove è impossibile arrivare al mare se non gettandosi con un paracadute o altro per via dell’altezza (circa 40 metri nel caso specifico) si sono inventati la “PERPENDICOLARE”. La legge parla di “CAMMINAMENTO” nel misurare la distanza dei 150 metri e quindi con un minimo di logica si deve inserire nel calcolo anche l’altezza. Con questo voglio far presente a tutti, si è vero che occorre il rispetto dell’ambiente e delle leggi, ma non bisogna infierire su tutti senza esaminare caso x caso con un minimo di elasticità e considerando anche tutto il miglioramento apportato all’ambiente e non il DETURPAMENTO, perchè luoghi sperduti, abbandonati ed inaccessibili per la presenza di rovi e sterpaglie sono stati trasformati in luoghi accoglienti ricchi di verde con la presenza di alberi e piante ed arricchiti a proprie spese di strutture quali strade asfaltate, tubazioni idriche, palificazione elettrica, telefonica, ecc. tutte cose che dovevano essere a carico del comune. Quindi penso proprio che dopo trenta anni di attesa sarebbe pure ora di sanare per lo meno l’abusivismo di necessità anche se nella fascia dei 150 metri con il metro del comune(perpendicolare).
mi sembra assurdo quanto affermi tommaso-
non esiste abusivismo di necessità.
anche se esistesse e si volesse sanare quanto costruito sul vincolo costiero….quantomeno dovrebbe essere condizionato caso per caso a severissime e pragmatiche modifiche da apportare a immobili e opere primarie secondo un preciso progetto particolareggiato:
in cui per esmpio eliminare recinzioni soprattutto se alte o con muri in cemento armato, abbattere coperture a falda sporgenti (tipologia che non si confà ad architetture situate vicino al mare, cambiare i colori delle facciate con colore bianco meglio se a calce, sostituire eventuali portici in cemento armato con pergolati in legno (e non lamellare)e canne, eliminare posticci rivestimenti in pietra da spacco o in altri materiali falsi o non della tradizione locale compreso grondaie in alluminio finto rame,eliminare o rettificare nei muri conclusivi degli edifici merlature ad onda ma anche sostituire l’asfalto con pavimentazioni in pietra o ciottoli o tufina battuta eliminare palificazioni per illuminazione pubblica con luce rossa (sap adatta a ambienti nebbiosi) eliminare e unificare in assoluto cancelletti di ingresso e tipologie di infisso.
Ma ci sarebbe anche da riflettere su tutti quei volumi che impediscono la godiblità panoramica della costada strade dichiarate come percorsi panoramici o da altre abitazioni costruite legalmente.
come vedi non è semplice dire saniamo tutto; concordo che si possa sanare l’abuso edilizio anche sulla fascia costiera….ma il proprietario anche nel suo interesse dovrebbe farsi promotore del recupero paesaggistico del luogo da lui deturpato…..è il termine giusto mi dispiace …..secondo un preciso piano paesaggistico che può anche essere molto penalizzante per i proprietari.
penso che in sicilia non ci sia e non ci sarà mai la cultura per fare ciò e quindi mi dispiace ma gli abusi entro i 150 m dalla costa perpendicolare o meno per me non possono essere a nessun costo depenalizzati ne ammessi in generale.