C’è una delibera della giunta provinciale pronta ed approvata all’unanimità dal 14 giugno. Oggetto: “Servizi di aiuto integrativo pedagogico e rieducativo domiciliare in favore di soggetti in situazione di handicap sensoriale della vista e dell’udito e di ” Assistenza alla comunicazione scolastica”. Obiettivo gestionale perla modifica del registro provinciale degli Enti accreditati e la gestione dei servizi. E di essa parleremo più approfonditamente in altri articoli. Adesso ci preme scrivere che anche quest’anno partirà in ritardo il servizio domiciliare e scolastico gestito dalla provincia per i disabili sensoriali, cioè per i ragazzi non vedenti e sordi in età scolare, fino alle scuole medie superiori. Le famiglie hanno già presentato formale richiesta nei termini previsti, cioè entro il 30 luglio. Dopo l’approvazione della delibera il presidente della Provincia D’Orsi ha anche assicurato: “Si tratta di uno dei servizi di qualità, dichiara che il nostro Ente riesce a fornire a soggetti particolarmente bisognosi di aiuto. Quest’anno, grazie al lavoro portato avanti dall’Assessorato alle politiche sociali, siamo nelle condizioni di potere assicurare sin dall’inizio, un sereno andamento scolastico a centinaia di famiglie”. Ma l’anno scolastico è iniziato ed il servizio non è ancora partito e non è pronto neanche il bando. Nonostante ciò il presidente dalla Provincia ci ha detto: “Cominceremo dal prossimo sei novembre”. Negli anni recenti le sedi locali dell’ente nazionale sordi e dell’ente nazionale ciechi hanno protestato anche vivacemente ( con sit in davanti il palazzo della Provincia) perché il servizio per questi ragazzi viene avviato spesso con gravi ritardi. In alcuni casi è cominciato solo dopo le vacanze di Natale. Quest’anno, a quanto pare, a ritardare il servizio ci sarebbe anche il fatto che non si trova un accordo sulla decisione tra il frazionamento del servizio tra alcune cooperative che operano nel settore e che assisterebbero venticinque utenti ciascuna (come si sostiene nella delibera approvata) o se consentire alle cooperative di poter assistere anche più di 25 giovani utenti. Ma quest’ultima possibilità la delibera non l’ ammette e neppure una recente sentenza del Tar emessa dopo che due cooperative hanno fatto ricorso pretendendo di assistere più di venticinque bambini. Il Tar ha stabilito che una cooperativa può chiedere di partecipare sia la servizio scolastico che a quello domicilia, ma non può assistere più di venticinque utenti. In ambienti ben informati si sostiene che qualcuno nell’amministrazione provinciale non è d’accordo né con la delibera né col Tar e non vorrebbe rispettare la legge. E’ probabilmente a causa di questa controversia il servizio subirà gravi ritardi. Seguiteci comunque, perché su tutta questa vicenda ne sentirete di cose che vi faranno saltare dalla sedia.
Elio Di Bella
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