Quand’ero ragazzino, il “cu perdi vinci” (chi perde vince) era un gioco molto diffuso – quantomeno dalle mie parti – nel quale vinceva chi perdeva in una partita a carte.
Detto così sembra una cosa abbastanza semplice, ma vi posso assicurare che così non è.
Giocare per perdere è molto impegnativo, specie se ti ritrovi in mano carte che ti permetterebbero di fare ottimi punteggi.
Dovevi essere davvero fortunato per trovarti a giocare con carte con le quali mai e poi mai avresti potuto conseguire la vittoria.
Tali sono le difficoltà, che leggendo il vangelo secondo Luca (Palamara) persino la Magistratura parrebbe aver deciso di mutuarne i criteri per aggiudicare prestigiose poltrone a chi possedesse meno titoli, trovando nel Consiglio di Stato il Giudice Supremo che coronava con il termine “Maximus” la vittoria decisiva del perdente.
Maggiori dettagli su come questo gioco sia approdato in Magistratura, li si possono apprendere dal quotidiano “La Verità”, che riporta il ritrovamento del vangelo secondo Luca (Palamara) in versione tecnologica; un telefonino non sequestrato dai magistrati di Perugia, che conterrebbe i dati di una partita storica: le chat sulla nomina dell’attuale procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, l’accordo con Giuseppe Pignatone, il buon rapporto di questi con Napolitano e tutte le strategie messe in atto per assegnare la più alta poltrona della Procura di Palermo.
La storia di un tradimento, quello nei confronti di Guido Lo Forte, che sostenuto in apparenza da Palamara, veniva sacrificato preferendogli Lo Voi su indicazione di Pignatone.
Lo Voi vinse, ma come recentemente avvenuto per la nomina del procuratore di Roma che ha visto insediarsi Michele Prestipino – e non Marcello Viola, nonostante fosse questi il procuratore in pectore – il Tar del Lazio ne annullò la nomina.
Un giocatore perdente, dunque, ma che secondo le regole del “cu perdi vinci” verrà incoronato vincitore assoluto dal Consiglio di Stato.
E senza con questo voler essere blasfemo, val la pena di citare il Vangelo secondo Matteo, e la similitudine con quello secondo Luca (Palamara): “Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi”.
La decisione fu dunque rimessa all’Altissimo (secondo il vangelo di Luca, a Giuseppe Pignatone, di recente approdato al soglio di Pietro) che stabilì le regole del gioco e diede le carte.
Lo Voi, infatti, non aveva mai avuto incarichi direttivi a differenza dei colleghi Sergio Lari e Guido Lo Forte, i quali avevano inoltre più titoli e più anzianità.
Presidente della sezione al Consiglio di Stato, era Riccardo Virgilio – amico del Procuratore Pignatone – finito coinvolto nell’inchiesta sulle sentenze pilotate, dalla quale emersero i rapporti professionali tra alcuni indagati e il fratello dello stesso Pignatone; Giudice relatore ed estensore, Nicola Russo, arrestato due volte per corruzione in atti giudiziari (condannato a 11 anni di reclusione).
Una partita a “cu perdi vinci”, e fu così che Lo Forte si ritrovò ad avere forse troppa esperienza avendo ricoperto incarichi direttivi e semidirettivi.
La sentenza:
“Il profilo dell’odierno appellato, tuttavia, non è stato preferito a quello del dott. Lo Voi che “può sicuramente vantare una maggiore cultura della giurisdizione che costituisce senza dubbio una ricchezza del proprio bagaglio professionale non egualmente riscontrabile in quello del dott. Lo Forte“; quest’ultimo, tra l’altro, avendo “da sempre esercitato, seppure ricoprendo incarichi direttivi e semidirettivi nello stesso ufficio a concorso, le funzioni di merito in primo grado, il che – se non intacca, ovviamente, la sicurezza delle competenze investigative acquisite – indica, sul piano delle attitudini specifiche, una visuale inferiore delle problematiche connesse all’assetto del settore requirente ed alla gestione delle risorse dell’intero distretto palermitano“.
In poche parole, il giudizio teneva in scarsa considerazione l’esame dei ruoli ricoperti in incarichi analoghi a quello cui aspiravano i partecipanti, tranne quello di chi avendo le carte perdenti, e avendo perso, si ritrovò ad essere proclamato vincitore.
Amen!
Dal vangelo secondo Luca (Palamara)
Gian J. Morici
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