
La Polizia di Stato di Asti ha tratto in arresto due cittadini pakistani accusati di sequestro di persona, rapina, tentata estorsione, tentato omicidio e favoreggiamento all’immigrazione clandestina in danno di un loro connazionale.
Il giovane – dopo essere partito da un villaggio in Pakistan e dopo 44 ore in mare – era giunto a Lampedusa (Agrigento) da dove era stato trasferito in un centro di accoglienza nel Nord Italia.
Respinto dal confine francese dopo aver tentato di recarsi in Spagna, insieme a una sua connazionale, aveva chiamato “un contatto” al quale chiedere aiuto.
Ad Asti – secondo quanto narrato dal giovane – ad aspettarlo aveva trovato due suoi connazionali che avrebbero portato la donna in un alloggio dal quale sarebbe poi fuggita, segregando lui in un palazzina di corso Matteotti, dopo averlo privato del cellulare, dei documenti e dei soldi che aveva con sè.
I due, dopo averlo picchiato, avrebbero chiesto al giovane di farsi mandare 15mila euro dal Pakistan per liberarlo. Richiesta alla quale la vittima si sarebbe ribellata opponendo un netto rifiuto.
Il giovane – trovato esanime al suolo dinanzi la palazzina e trasportato in ospedale al Cardinal Massaia – avrebbe narrato agli investigatori di essere stato fatto penzolare dal balcone e poi gettato in strada dal terzo piano dell’edificio.
Una dinamica da chiarire, per comprendere se volontariamente il giovane sarebbe stato scaraventato giù o se nel tentativo di divincolarsi sarebbe sfuggito alla presa dei suoi aguzzini che cercavano di spaventarlo per estorcergli la somma di 15mila euro.
Uno dei due sequestratori – già difeso dall’avvocato Jacopo Evangelista – era stato arrestato a seguito di un mandato europeo con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, per avere favorito l’ingresso clandestino di cittadini stranieri tramite il confine tra Ungheria e Slovenia. Il provvedimento era stato emesso dalle autorità ungheresi.
Grazie anche a questo primo arrestato – difeso anche in questa ulteriore vicenda dall’avvocato Jacopo Evangelista del foro di Asti – gli investigatori sono arrivati al secondo uomo che si trovava in provincia di Brescia.