“Il processo che determinerà la condanna a vita del Forti sembra avere aspetti assai controversi – spiega Lorenzo Matassa – e su questo scenario sono molte le critiche condivise da larga parte del mondo giornalistico, televisivo e politico elevatesi maggiormente negli ultimi tempi. Le azioni volte al rimpatrio di Forti, poste in essere dai governi succedutisi in questi ultimi anni, non hanno trovato alcun risultato. Nel dicembre 2020 il Ministro degli Esteri Di Maio annunciò, con grande eco di stampa, l’imminente ritorno in patria di Chico. A questo annuncio è seguito solo un silenzio imbarazzato durato fino ad oggi”.
Anche di questa singolare situazione racconta il libro del giudice Matassa analizzando il perché gli USA abbiano opposto un inspiegabile diniego all’applicazione della Convenzione di Strasburgo sull’estradizione. “Il racconto nasce dal casuale incontro tra me e Forti – sottolinea l’autore – nel
pomeriggio del 19 luglio 1992, giorno della strage contro Paolo Borsellino e la sua scorta, al largo del mare di Mondello”. Il destino farà incontrare nuovamente i due uomini a Miami, ma stavolta il Forti si
troverà schiacciato dal peso di un’accusa da sedia elettrica. Il libro che prova a fare ragione di quel destino e dell’idea di Giustizia che – da una parte e l’altra dell’oceano si afferma non senza difficoltà.