Chissà perchè i “Servizi Segreti” abbiano preso un nome che evoca quelli igienici.
Celiando sull’etimologia potrebbe pervenirsi alla conclusione che questi organi, così nevralgici e importanti, abbiano una collocazione particolare nella casa dello Stato.
In altri (e più comprensibili) termini potrebbe dirsi che se la Politica e le Istituzioni si accomodano nel salotto dello Stato, coloro che silenziosamente lo devono proteggere stanno permanentemente all’interno dei bagni spesso utilizzando gli accessori igienici per (ri)pulire ciò che lo Stato formalmente non dovrà mai conoscere.
Lo so. La frase che avete appena letto è lunga.
Quasi uno scioglilingua, ma ho cercato di concepirla in modo diverso non riuscendovi.
La materia è assai complessa e misteriosa, come tutte le cose che nel segreto vivono e del segreto si nutrono.
Non è strano, in questo contesto, che le operazioni di apparente morte suicidiaria – nel gergo dei nostri Servizi di Sicurezza – hanno sempre preso il nome di “operazioni bagnate“.
Se i servizi operano nel bagno della casa dello Stato, ebbene, è normale che ci si possa bagnare o essere bagnati.
Questa idea – così profanamente espressa – dà il senso completo e concreto delle cose.
Non so dirvi quante e quali “operazioni bagnate“, dal dopoguerra ad oggi, si sono consumate nel nostro territorio.
E, soprattutto, quante (e di quali gravità) ve ne siano state poste in essere da “Servizi” di paesi stranieri.
Su questo scenario gli israeliani sono dei veri e propri maestri e gli americani non sono secondi a nessuno.
Fu uno dei capi più importanti della CIA che teorizzò la frase: “Right or wrong, first my Country“.
Tradotto in soldoni, significa che l’esigenza di sicurezza di uno Stato non può fermarsi davanti a nulla.
A buon intenditor poche parole.
Tuttavia, qualche parola deve essere pure spesa su quelle che umoristicamente definiremo “operazioni bagnate alla Vodka” registratesi coevamente all’invasione dell’Ucraina.
In un messaggio televisivo (21 febbraio 2022), il vecchio Vlad chiariva il suo punto di vista con metafore entomologhe.
Nella sua ottica propagandistica “la nazione russa è capace di distinguere i veri patrioti dai bastardi e dai traditori e sputare fuori questi ultimi come moscerini finiti per sbaglio in gola“.
Qualcuno, tra gli uomini dei suoi famigerati e sanguinari “Servizi”, deve avere interpretato male la metafora.
In luogo dei moscerini sono stati trucidati tanti esseri umani, ma alcuni tra essi con tecniche che ricordano tanto le “operazioni bagnate“.
E, così, l’ansia suicidiaria ha colpito numerosi esponenti del colosso dell’energia russa Gazprom, eviscerati insieme alle loro famiglie (Vladislav Avayev e Sergey Protosenya).
Operazioni condotte con grande garbo e attenzione se è vero – come è vero – che gli inquirenti non hanno avuto difficoltà nel registrarle come eventi auto-indotti.
L’ultimo in ordine di tempo, tuttavia, deve essere raccontato per comprendere la fantasia che gli uomini dello Zar elaborano per togliere i moscerini dalla sua bocca.
L’oligarca miliardario della Lukoil, Aleksandr Subbotin, muore in circostanza che definire assurde è poco.
L’uomo è fratello di Valery, espostosi apertamente a critiche nei confronti dello Zar e della sua scelta di invadere l’Ucraina.
Questo è il testo delle notizie riportate anche in Russia sulla sua morte:
“Subbotin è stato rinvenuto ubriaco sul letto di Magua, sciamano fidato e dalla fama portentosa, dal quale si era recato per farsi curare un mal di testa.
Lo sciamano aveva inciso la sua pelle con il bisturi e aveva spennellato sulle ferite aperte copiose quantità di veleno di rospo…”
Non vogliamo pensare tra quali dolori il povero Subbotin sia miseramente perito.
Sembra che per anestetico sia stata usata abbondante Vodka, ma non ha comunque funzionato.
O, meglio, ha funzionato per mostrare a tutti che “i bastardi e traditori” lasciano questo mondo con in bocca il sapore del distillato dello Zar…
Lorenzo Matassa