Prosegue dalla seconda parte dell’intervista al Consigliere Giulio Terzi di Sant’Agata già Ministro degli Affari Esteri italiano e Ambasciatore dell’Italia all’ONU
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- Non avendo aderito alla Corte Penale Internazionale, come si può sottoporre Putin ed i suoi sodali al processo?
Sarebbe necessario il Consiglio di Sicurezza si pronunci.
Ovviamente la Russia dispone di un diritto di veto che utilizza per tutte le peggiori cose che accadono nel mondo per consentire alla vulgata comune di dire che le Nazioni Unite non funzionano.
- E, quindi, cosa si può fare?
Ci può essere comunque una giurisdizione internazionale che va al di là del perimetro della Corte Penale Internazionale, ma anche nel perimetro della Corte Penale internazionale, perché – è questo il dato giuridico saliente – lo Stato ucraino ha firmato la convenzione.
Si può creare un meccanismo – e così, in effetti, sta facendo il Procuratore della Corte – per incriminare Putin.
Dopo ci sarà un dibattito sui tempi, sui termini, sulla validità delle ratifiche, ma di fatto c’è un’azione imperniata alla Corte Internazionale attraverso l’ufficio inquirente di Pubblico Accusatore.
L’altro binario è importantissimo e può partire in termini brevissimi.
Alcuni governi, come quello tedesco, quello spagnolo, quello italiano, e probabilmente anche altri dell’Unione Europea, stanno lavorando per un processo e un iter di incriminazione.
Occorre, innanzitutto, la raccolta delle prove e poi la definizione del reato sulla base del principio di giurisdizione universale che lo ha già consentito anche in passato, come nel processo a Pinochet e ai torturatori siriani in Germania (e tanti altri casi ancora…).
L’ultimo punto è quello dello spazio della Corte Internazionale di Giustizia.
La Corte Internazionale di Giustizia non entra nello specifico della responsabilità personale dei singoli. Si occupa dei rapporti tra gli Stati e delle violazioni del Diritto Internazionale da parte degli Stati.
La sentenza che la Corte Internazionale di Giustizia ha emanato il 16 marzo è stata di un’importanza e di una chiarezza straordinaria.
Su quindici componenti, tredici – i due contrari erano evidentemente quello russo e quello cinese – hanno votato in favore dell’ordinanza di sospendere immediatamente le operazioni militari in Ucraina, decidendo sulla giustificazione russa di aver agito secondo il diritto di autodifesa delle motivazioni del Donbass, dove le forze ucraine, dal 2014, avrebbero messo in atto una sistematica azione finalizzata al genocidio della popolazione di lingua russa.
La Russia si è attaccata a una giustificazione bislacca, commettendo un errore madornale nel portarla in pubblico, perchè l’Ucraina, molto abilmente, si è inserita su questa asserzione russa e ha chiesto alla corte di Giustizia di verificare se nel Donbass fosse in corso un genocidio.
La Corte di Giustizia ha accertato che nessuna prova, né alcun elemento indiziario marginale, fosse stato riscontrato che c’era in atto un’azione genocidiaria a carico dell’Ucraina e ha ricordato che la convenzione sul genocidio non consente assolutamente che uno Stato aggredisca militarmente un altro per porre fine ad azioni che esso stesso giustifica come genocidio.
Se uno Stato asserisce questo, si deve rivolgere alla Corte Internazionale di Giustizia e alle Nazioni Unite che mettono in atto tutte le misure cautelative per intervenire in caso di genocidio.
Questa decisione è stata estremamente importante anche per il riflessi di Diritto Penale Internazionale, perché stabilisce un precedente storico nella decisione della magistratura internazionale spazzando via le vergognose asserzioni di una propaganda, rispetto la quale – come europei – dovremmo anche noi vergognarci per tutti quelli che continuano a fare i megafoni di Putin trascrivendo e pubblicando sui siti ciò che proviene da “Russia Today” e “Sputnik”, che sono due organi della disinformazione russa banditi in tutti gli Stati europei (e sarebbe il caso di fare anche in Italia…)
- La minaccia di Putin di un ricorso al nucleare è reale?
Putin sta usando tutte le minacce possibili, addirittura auto-minacciandosi dell’uso di armi chimiche da parte degli altri, dicendo che Russi non stanno usando armi chimiche ma che sono gli ucraini a farlo.
Salterà fuori che per difendersi utilizzeranno le armi chimiche.
Accusa gli altri di utilizzare armi di distruzione di massa che, invece, intende utilizzare lui stesso.
In Siria nel 2013 e ancora nel 2016, lui le ha utilizzate insieme ad Assad
L’aviazione russa e gli elicotteri erano russi, venivano riforniti da tecnici russi, venivano fatti volare da piloti russi… io non so se c’erano piloti russi a bordo quando le armi chimiche sono state utilizzate ad Aleppo, nella regione dove migliaia di persone sono morte soffocate dal gas Sarin, però gli aerei erano russi.
La minaccia nucleare deve essere valutata con la massima attenzione.
È un’asserzione che impone un rafforzamento cospicuo e immediato della deterrenza militare e della difesa Europea e Atlantica.
Noi dobbiamo sapere che dall’altra parte c’è un uomo che ha cambiato la strategia nucleare pochi anni fa.
Che ha levato il principio secondo il quale l’arma nucleare è un’arma di ultima istanza che può essere utilizzata soltanto in risposta di un attacco nucleare o di un attacco massiccio di armi di distruzione di massa.
La strategia Atlantica non è mai andata in questa direzione, è sempre una strategia che dice che l’arma nucleare che noi vogliamo eliminare dalla faccia della terra attraverso trattati e accordi internazionali – cosa che i russi non hanno mai detto – deve essere soltanto un’arma di ultima istanza.
Nella dottrina militare russa, quello del nucleare è diventato un uso di primo colpo abbassando la soglia.
Potrebbero essere usate armi nucleari a bassissima potenzialità per esempio per distruggere le città come stanno facendo.
Mariupol è stata completamente distrutta con centinaia di cannonate.
Kiev, l’altro giorno, ha subito 65 attacchi dall’aviazione russa e da missili, e con un ordigno a basso potenziale ottengono il loro risultato.
L’utilizzo di un ordigno di questo tipo, anche su territorio ucraino, non potrebbe non portare una risposta occidentale.
Bisognerà capire come.
In questo campo è bene che gli occidentali stiano molto attenti, che dall’altra parte è Hitler con l’arma atomica e che quindi dobbiamo difenderci e dare dei messaggi che gli facciano capire che non stiamo a subire delle cose folli e che distruggerebbero, contaminerebbero e renderebbero impossibile anche la vita di popolazioni occidentali.
Io credo che si debba essere fermi nel mostrarlo anche nei fatti.
Innanzitutto coesione di tutto l’impianto militare.
Ha fatto benissimo la Germania che è andata nella direzione di raddoppiare il bilancio della Difesa.
È una Germania diversa grazie al cielo.
Annalena Baerbock, ministro degli Esteri, ha annunciato che per la prima volta sta scrivendo assieme al Ministero delle Finanze e al Ministero degli Interni un nuovo progetto strategico legato alla situazione attuale.
Un concetto strategico che cambia completamente la visione della difesa tedesca.
Diventa una difesa di deterrenza, non una difesa basata su l’ordinaria amministrazione.
Diventa una difesa che guarda al nuovo concetto strategico della NATO, alla Bussola Europea per quanto riguarda la sicurezza, ma è un concetto che vuole precedere anche l’emanazione di questi documenti.
Un leader che è stato presidente dei Verdi per tre anni, che si fa alfiere della sicurezza del suo popolo.
Hanno capito i Verdi che è tempo di scendere seriamente in campo per proteggere la vita del popolo tedesco, perché dall’altra parte ci sta l’Hitler del XXI secolo…
Intervista all’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata
Parte Terza
(A cura di Lorenzo Matassa e Gian J. Morici)