ROMA – Una fotografia dello stato del settore nel periodo Covid e delle caratteristiche socio-economiche del giocatore tipo: sono le due indagini che compongono il nuovo capitolo del progetto sul settore del gioco, realizzato in collaborazione Luiss Business School e Ipsos nell’ambito dell’Osservatorio sui mercati regolati e presentato oggi a Roma. Dalla prima analisi – che ha coinvolto 300 imprese impegnate nella distribuzione del gioco tra esercenti, bar, tabaccherie, ricevitorie, sale gioco e sale scommesse – come rileva agipronews, emerge che il settore del gioco è stato pesantemente toccato dagli effetti della pandemia: un esercente su 6 ha dovuto ridurre il personale (17%) e solo il 3% lo ha incrementato, mentre appena il 35% degli esercenti è soddisfatto dell’andamento della propria attività. Ripercussioni che potrebbero riverberarsi negativamente anche sul territorio con la diminuzione dei punti vendita e il proliferare di attività illegali.
Giochi, Rapporto Luiss Business School-Ipsos: il 79% degli esercenti pessimista su possibilità di contrasto al settore illegale
ROMA – Dalla ricerca realizzata da Luiss Business School e Ipsos nell’ambito dell’Osservatorio sui mercati regolati emerge «una differente percezione dell’illegalità nel mondo del gioco: il 70% degli operatori pensa che questo fenomeno riguardi principalmente il canale fisico e che si sia propagato soprattutto durante il periodo pandemico, con conseguenze ritenute gravi per la diffusione della criminalità», ha spiegato Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos. «I risvolti negativi sono poi ulteriormente rafforzati dalla convinzione presente nel 70% della popolazione (e nel 79% degli esercenti) che non sia facile intercettare e punire fenomeni di illegalità, situazione che indebolisce la capacità della rete distributiva del gioco legale, evidenziando delle fragilità di cui è bene tenere conto nel futuro», ha proseguito.
La seconda analisi sul profilo del giocatore tipo – elaborata sulla base di un modello econometrico sviluppato dalla Luiss Business School, grazie a dati forniti dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e da Istat – come riporta a gipronews, ha «evidenziato che l’elasticità del gioco rispetto al reddito e alla spesa per beni ricreativi risulta essere positiva e di entità limitata», mostrando quindi il ritratto di «una popolazione di consumatori che considera il gioco sempre più come un bene ’normale’ e un bene ’necessario’, parte del proprio tempo libero, ineliminabile dunque dal paniere dei consumi», ha spiegato il professor Raffaele Oriani, referente scientifico del progetto e Associate Dean della Luiss Business School.
Si conferma quindi «il ruolo positivo che il gioco in denaro può esercitare sul benessere dei giocatori» e, per questo motivo, «è necessario che venga opportunamente tutelato attraverso una regolamentazione attenta, in particolare ai comportamenti dei giocatori e alle evoluzioni tecnologiche, e sia accompagnato da una lotta serrata e senza quartiere al gioco illegale», ha concluso Oriani.