ROMA – Niente da fare: il riordino giochi per ora non si fa. Il Governo non interverrà neanche sul delicato tema delle proroghe – onerose e non – delle concessioni per la gestione di scommesse, apparecchi da intrattenimento e gioco online. È quanto risulta ad Agipronews, che ha interpellato autorevoli fonti istituzionali. Nessun emendamento dell’Esecutivo sarà depositato in questi giorni al Senato, dove si sta discutendo la Legge di Bilancio. Il settore dei giochi, che nel 2021 produrrà circa 7,5 miliardi di entrate per l’Erario, dovrà attendere ancora qualche mese per sperare nella riforma di cui si discute (inutilmente) da diversi anni e che ha l’obiettivo di regolare i rapporti con le autonomie locali, tutelare i consumatori e inasprire le sanzioni contro il gioco illegale. Neanche questa volta è arrivata la fumata bianca, insomma. Cosa succederà ai giochi pubblici nei prossimi mesi, ricchi di appuntamenti istituzionali fondamentali? Secondo quanto si apprende, il disegno di legge delega con cui verrà attuato il riordino potrebbe approdare in Consiglio dei Ministri solo nelle prime settimane del 2022. Ancora più scottante il dossier delle concessioni: l’autorizzazione agli undici concessionari degli apparecchi da intrattenimento (slot e videolottery) scadrà a fine marzo. Stessa tempistica per le scommesse. La scadenza per entrambe, con il prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 deciso dall’Esecutivo, sarà posticipata di 90 giorni fino a fine giugno in virtù del decreto “Cura Italia”. Le licenze per il gioco online (si stava discutendo di 100 concessioni a 4 milioni l’una) avranno validità invece fino a fine 2022. Il Governo – si apprende ancora – tornerà ad occuparsi di concessioni in primavera, al termine dello stato d’emergenza.