Oggetto della prima parte della terza giornata di studi su Leonardo Sciascia è stato il romanzo “Il giorno della civetta” terminato nel 1960 e pubblicato per la prima volta nel 1961 dalla casa editrice Einaudi, racconto che trae spunto dall’omicidio di Accursio Miraglia, sindacalista comunista, ucciso dalla mafia a Sciacca nel gennaio del 1947.
A relazionare sul tema il prof. Gianni Intorre, Dirigente Scolastico, laureato in lettere e filosofia, autore di numerosi saggi e relazioni letterarie che definisce il romanzo inusuale per le diverse scelte narrative.
In effetti il romanzo, che si apre con l’ episodio più rilevante della trama,
l’ omicidio dell’ imprenditore Salvatore Colasberna, presidente di una piccola impresa edilizia chiamata Santa Fara che viene ucciso nella piazza Garibaldi, mentre sale sull’autobus per Palermo, segue il modello classico del giallo, ma si rivela ben presto differente perché il lettore conosce fin da subito il colpevole, spiega il prof. Intorre. Leonardo Sciascia non voleva di certo scrivere un poliziesco comune.
Un romanzo differente perché i criminali si salveranno ed il caso avrà un epilogo errato visto che sarà arrestando un innocente.
Sciascia scrive il romanzo con la chiara intenzione di analizzare una problematica della sua terra d’ origine che non era ancora stata affrontata e, attraverso determinate scelte narrative, evidenzia esplicitamente quanto la mafia regnasse indisturbata nella sua terra.
Ma Sciascia vuole lasciarci una speranza concludendo con un capitano Bellodi che si batte con tutte le sue energie per gli ideali di libertà e giustizia : «Mi ci romperò la testa», alla fine il male potrà essere estirpato.
Nella seconda parte è stato possibile visionare l’ adattamento teatrale de “Il giorno della civetta” ad opera del gruppo teatrale “Alfa Teatro Pisa” diretto dalla prof.ssa Rita Caruso intitolato “… come la civetta quando il giorno compare” come premette Sciascia all’ inizio del romanzo citandola come “Shakespeare, Enrico VI”.
“Sciascia è sempre presente nel libro come voce narrante” sottolinea la prof.ssa Rita Caruso che nello scrivere la sceneggiatura ha ben analizzato l’ opera cogliendone diversi tratti tra cui la narrazione veloce fatta di chiaro scuri e le due voci narranti che si susseguono: la voce dello stesso autore e quella di chi esamina i personaggi nel loro essere e nei loro diversi registri. In questo attento e scrupoloso lavoro la prof.ssa Caruso evidenzia la descrizione realistica di ciò che Sciascia voleva raccontare.
Alan David Scifo giornalista che scrive per i maggiori quotidiani siciliani ed attualmente lavora per la tv come inviato nel programma “Ogni mattina” su Tv8, ci racconta di un “tesoro” contenuto all’ interno della Fondazione Leonardo Sciascia: si tratta di ben 14.000 lettere contenute all’ interno del caveau della struttura che furono inviate a Sciascia nel corso degli anni da personaggi della storia sociale, letteraria e politica. Tra i mittenti troviamo Craxi, Enzo Tortora, Maria Fida Moro, tantissimi artisti e anche lettere anonime. “Uno fra i tanti tesori che andrebbero valorizzati per alimentare un turismo legato alla cultura” sottolinea Alan David Scifo ma che ancora dopo anni aspettano di essere catalogate.
Un tema di cui parla anche nel suo libro “Sud del Sud” 2019, in cui racconta numerose ed emblematiche inchieste svolte nella provincia agrigentina.
Il progetto è ideato e promosso dal dott. Salvatore Abbruscato in collaborazione con sei Rotary Club sez. Sicilia e con il patrocinio del Gov. Alfio Di Costa e del Prof. Enzo Siviero Rettore. Prossimo appuntamento venerdì 28 maggio ore 18.30.
Maria Giuseppina Terrasi