Sequestrati beni per 2 milioni di euro nel modenese. Questa mattina, i militari della Guardia di Finanza di Modena hanno sottoposto a sequestro, a Modena, Reggio Emilia e relative province, i beni e i rapporti finanziari e bancari, per un valore stimato di circa 2 milioni di euro, riconducibili a un soggetto, vignolese classe 1970, con precedenti penali per ricettazione, reati fiscali e fallimentari.
L’esecuzione del sequestro dei beni rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena, finalizzata alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del proposto e all’individuazione degli asset patrimoniali e finanziari acquisiti illecitamente dallo stesso e dal suo nucleo familiare.
L’uomo, infatti, è stato riconosciuto come soggetto connotato da una pericolosità sociale generica alla luce del suo coinvolgimento in diversi procedimenti penali, incardinati presso la Procura della Repubblica di Modena, che hanno permesso di individuare e ricostruire un’organizzazione criminale che, tramite la sistematica creazione di falsi crediti I.V.A., ha generato una rilevante evasione da “riscossione”, utilizzando il sistema della compensazione, causando all’Erario un danno quantificato in decine di milioni di euro a partire dal 2015.
Il soggetto colpito oggi dalla misura di prevenzione era il dominus del sodalizio criminale smascherato dall’attività investigativa dei finanzieri modenesi, che ha posto in evidenza una serie di operazioni rivelatrici di capacità contributiva, quali l’acquisito di quote societarie, beni mobili ed immobili che, oltre ad essere state perfezionate con capitali illeciti, non trovano riscontro con i redditi dichiarati. Tale quadro fattuale è aggravato dalla sistematica interposizione fittizia operata tramite prestanome e familiari, che rende ancora più rilevante la “sproporzione” tra i redditi censiti ed il compendio patrimoniale posseduto.
Le indagini hanno permesso di ricostruire la rete dei prestanome tramite la quale il cinquantenne vignolese ha realizzato quell’apparente spostamento di ricchezza. Si sono, così, raccolti elementi utili per ascrivere a tali soggetti la mera formalità e non il reale possesso di quote societarie, di immobili e delle risorse finanziarie necessarie per concretizzare i plurimi negozi giuridici individuati, viziati ab origine nell’intento e simulati sotto il profilo soggettivo, in quanto privi di reali vincoli tra le parti contraenti.
Alla luce degli elementi raccolti, il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Modena segnalava alla locale Procura della Repubblica di valutare la richiesta a carico del soggetto sopracitato di applicazione della misure di prevenzione personale della “sorveglianza speciale” ex art. 6 del D.Lgs. nr. 159/2011 nonché l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale volta ad attingere i beni, che per gli elementi compendiati, si è ritenuto essere stati acquistati con i proventi dell’attività illecita, in ossequio al c.d. requisito di “correlazione temporale” tra acquisizione e pericolosità, fino alla concorrenza dell’importo sproporzionato pari a oltre 2 milioni di euro.La Procura della Repubblica di Modena – nella persona del Sost. Proc. dott. Giuseppe Amara – avanzava al Tribunale di Bologna proposta di applicazione di misure di prevenzione a carattere personale e patrimoniale ex art. 4 e 16 D. Lgs. n. 159/2011, sulla base della quale la competente Sezione Misure di Prevenzione, in accoglimento della proposta avanzata, ha emesso il provvedimento di sequestro anticipato ex art. 20 D. Lgs. 159/2011 di beni riconducibili, anche per interposta persona, nei confronti del proposto e dei suoi familiari, per un valore complessivo di euro 2.014.393,45.In esecuzione del citato Decreto sono stati, quindi, sottoposti a sequestro, in vista della successiva confisca di prevenzione, 6 unità immobiliari, tra cui 4 appartamenti, 6 autovetture, beni di pregio e disponibilità presenti in numerosi rapporti finanziari, per un valore stimato pari a circa 2 milioni di euro.L’attività odierna conferma l’impegno profuso dalla Guardia di Finanza, con il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, nel campo delle investigazioni patrimoniali e la conseguente applicazione di misure ablative anche nei confronti di soggetti c.d. “fiscalmente pericolosi”, cioè di coloro che, per condotta e tenore di vita, si ritiene vivano abitualmente, anche in parte, con proventi derivanti da delitti di natura economico-finanziaria. Oggi, infatti, il contrasto alla criminalità appare sempre più in linea con la lotta a tutte quelle manifestazioni economiche che scaturiscono da condotte illecite connesse alla commissione di reati finanziari di particolare spessore.