Nel decreto Milleproroghe, approvato con l’ennesima fiducia alla Camera, il Governo ha solo pensato alle strutture private accreditate rimborsando il costo di acquisto dei dispositivi di protezione individuale DPI, ponendo per l’ennesima volta i Lavoratori della Sanità privata nella categoria degli Eroi di serie B-affermano in una nota dal Direttivo Nazionale ULS- Unione Lavoratori Sanità.
Abbiamo scovato tra gli innumerevoli rivoli del Decreto licenziato qualche giorno fa dalla politica un articolo che prevede che alle strutture sanitarie private accreditate impegnate nell’emergenza COVID-19 siano, oltre i già cospicui Drg Covid, rimborsate le spese sostenute per l’acquisto del materiale di protezione per Infermieri, OSS e restante personale sanitario-proseguono Anna Rita Amato e Antonino Gentile-. Quindi verrebbe da chiedersi se i DPI forniti dalla Protezione Civile non siano bastati a proteggere i Lavoratori e addirittura si sia dovuti ricorrere all’acquisto degli stessi a spese proprie da parte delle aziende private accreditate. Il contributo è un Una tantum è vero, però riteniamo che in un momento del genere in cui i veri baluardi della lotta alla pandemia sono stati e sono gli operatori sanitari, anche della sanità privata, da parte delle istituzioni si potessero destinare quelle risorse economiche ai Lavoratori piuttosto che ai padroni.
Se poi si considera che molte aziende private, nonostante il recente rinnovo del CCNL Aiop-Aris, non stanno adempiendo completamente alla corresponsione degli adeguamenti economici previsti per i dipendenti dopo 14 anni di mancato rinnovo contrattuale, questo ennesimo “regalo” ha il sapore della beffa per i Lavoratori della sanità privata considerati dal Governo non meritevoli di considerazione economica, a differenza invece dei loro datori di lavoro che immaginiamo non abbiano smesso di fare profitto con la fiorente industria della Salute –concludono dal Direttivo ULS.